Veneto e Friuli: le dimore storiche rischiano la chiusura e l’abbandono

Il Presidente di Adsi, Associazione Dimore Storiche del Veneto, Giulio Gidoni, con l’Associazione Ville Venete, presieduta da Isabella di Collalto e la Presidente di Adsi Friuli Venezia Giulia, Teresa Perusini, hanno scritto una lunga lettera al Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia e al Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga.

Le dimore private – si legge nel documento inviato ai Governatori delle regioni – sono l’86% di oltre 4mila Ville Venete. Si tratta di dimore che fanno parte di un comparto turistico che genera un flusso pari ad oltre un milione di presenze tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, più tutto l’indotto. Per quanto si sia usciti dal lockdown è evidente che con la crisi in atto queste dimore rischiano la chiusura al pubblico e il conseguente abbandono. Molte di esse infatti finanziano restauri e la manutenzione grazie a turismo ed eventi. Con la chiusura di ville e giardini si andrebbe anche a recidere il rapporto secolare tra i cittadini e la storicità del territorio.

Ma cosa si intende oggi quando si parla di dimore private? Si tratta – spiegano le associazioni – di Ville Venete di proprietà (quindi non pubbliche) spesso abitate dalle stesse famiglie che le detengono ma che sono comunque fruibili al pubblico. Ad esempio non molti sanno che sono dimore private la palladiana Villa Almerico-Capra, detta la Rotonda, Villa Valmarana ai Nani con gli affreschi dei Tiepolo padre e figlio, il Giardino Monumentale barocco di Villa Barbarigo Pizzoni Ardemani, Villa Emo Capodilista alla Montecchia, Villa Barbaro, Villa Emo, e tantissime altre.

Adsi Veneto, Adsi Friuli Venezia Giulia e Associazione Ville Venete chiedono alla Regione degli interventi immediati e molto pratici: tramite l’Istituto Regionale Ville Venete, l’erogazione di contributi a fondo perduto, da 500 a 5.000 euro, per la manutenzione di parchi e giardini storici le cui specie arboree, in questo periodo di lockdown, sono tra l’altro minacciate da molti parassiti letali.

Le associazioni chiedono inoltre l’inserimento nel nuovo sistema ecobonus con detrazione al 110% dei costi che riguardino ogni tipo di manutenzione, anche ordinaria, sia della parte architettonica che della parte botanica. È auspicabile, infine, la sospensione dell’IMU per l’anno 2020, almeno per tutti gli immobili storici censiti dall’IRVV.

Insieme alle richieste i presidenti delle tre associazioni presentano anche una bella iniziativa rivolta soprattutto alle scuole: “Abbiamo davanti a noi una grande opportunità ovvero portare i nostri ragazzi nelle dimore storiche. Vorremmo che la Regione ci aiutasse a promuovere, attraverso la scuola, progetti di turismo scolastico per far conoscere ai giovani di oggi il proprio territorio, e il patrimonio storico, in modo che ne acquisiscano reale coscienza e possano domani diventarne fieri ambasciatori nel mondo”.