Turismo: Banca d’Italia, grandi numeri ma Italia può fare di più

Una macchina straordinaria e in grande espansione che tuttavia continua a non esprimersi al massimo delle sue possibilità. Si tratta del turismo e a certificarlo è uno studio della Banca d’Italia, durato oltre due anni, “Turismo in Italia. Numeri e potenziale di sviluppo”.

“Il turismo genera oltre il 5% del pil e circa il 6% dell’occupazione totale. Ma dobbiamo chiederci se stiamo valorizzando al meglio questa ricchezza naturale, quali siano i possibili margini di miglioramento e quali gli strumenti idonei a cogliere le opportunità disponibili”. Sono queste le parole del vicedirettore della Banca d’Italia Fabio Panetta alla presentazione dei risultati dello studio.

Tra le criticità rilevate dallo studio il fatto che molte zone del Belpaese non raccolgono i benefici che potrebbero dai movimenti turistici internazionali. Il riferimento è soprattutto al Sud dove sono concentrati oltre la metà dei siti archeologici, un quarto dei musei, l’80% delle cose e tre quarti dei parchi nazionali. Nonostante questo, Sud e Isole attraggono solo il 15 per cento della spesa totale dei turisti stranieri in Italia.

“È necessario – aggiunge Panetta – ridurre la concentrazione dei flussi nei mesi estivi; si tratta di un problema che può essere attenuato espandendo l’offerta di soggiorni con motivazioni culturali e di breve durata, anche al di fuori dell’alta stagione. Progressi possono essere conseguiti sviluppando segmenti quali il turismo congressuale e fieristico, che se opportunamente governati possono accrescere l’utilizzo delle strutture nel corso dell’intero anno”.

“La valorizzazione dei territori richiede servizi di trasporto efficienti, in grado di collegare i principali punti di accesso al Paese. In particolare, le regioni del Mezzogiorno hanno bisogno sia di adeguati collegamenti diretti con gli altri paesi europei, sia di una rete locale di trasporti in grado di valorizzare le coste e le numerose località di elevato interesse artistico e culturale”, osserva ancora Panetta.

“La Banca d’Italia – conclude – è pronta a collaborare con le altre istituzioni, mettendo a disposizione il suo patrimonio di informazioni e la sua capacità di analisi, perché è necessaria un’informazione statistica sul turismo tempestiva e di alta qualità, che permetta di monitorare l’evoluzione della domanda e dell’offerta e di valutare l’efficacia delle strategie, pubbliche e private, di sviluppo del settore”.

“Le presenze turistiche in Italia – il commento di Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi – sono raddoppiate in 30 anni arrivando a circa 420 milioni ma, secondo i nostri calcoli, ce ne sono tra 500 e 600 milioni sul mercato nero”.

Anche Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti, è intervenuto sullo studio di Bankitalia: “Sono anni che avvertiamo che il turismo, uno dei settori economici più dinamici e importanti del nostro paese, non ha goduto dell’attenzione che merita da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Considerazione che vale soprattutto per il Mezzogiorno d’Italia, con il suo immenso patrimonio paesaggistico ed artistico-culturale. Non è più tempo per indugiare: occorre dare vita ad un piano di riqualificazione delle strutture ricettive, dando maggiore attenzione agli aspetti della sicurezza e del rispetto della legalità e introducendo incentivi che favoriscano la piena realizzazione di Turismo 4.0. L’Italia non solo può ma deve fare di più”.