Parma: sapori, arte ed itinerari nella Capitale Italiana della Cultura 2020

Parma città d’arte e di charme, con le sue atmosfere raffinate che evocano una piccola Parigi e il passato ducale di Maria Luigia d’Austria.

Parma città del teatro e della musica, in cui risuonano le note di Giuseppe Verdi.

Parma Città Creativa UNESCO per la Gastronomia in Italia e capitale della Food Valley, origine dei sapori che identificano l’eccellenza italiana nel mondo, come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma, il Culatello di Zibello.

Parma territorio di borghi e castelli dal fascino antico e romantico. Parma cuore dell’Emilia dalle tante anime, in cui si intersecano diverse dimensioni storiche e sociali, scandite dalla cultura che dà il tempo alla vita della città e del suo ricco territorio.

Parma è la Capitale Italiana della Cultura 2020, pronta ad accogliere turisti e visitatori che giungeranno da ogni dove per esplorare le sue arti, immergersi nelle sue storie, provare i suoi sapori. Al motto di “La cultura batte il tempo” Parma 2020 si sviluppa come una visione, che guida e connette tutte le attività della città e del suo divenire, ponendo le basi per una riflessione sul contemporaneo e sul futuro, per una rigenerazione sociale.

Ecco come viverla.

Dove dormire. Negli hotels che sostengono il territorio
La cultura è fulcro della filosofia di INC Hotels Group, gruppo alberghiero con 7 strutture tra Parma, Piacenza e Reggio Emilia, che da sempre sostiene e valorizza il patrimonio storico-culturale del territorio, proponendo agli ospiti esperienze coinvolgenti per viverlo, tra cui itinerari in bicicletta e food-shopping tours tra caseifici, salumifici, prosciuttifici e cantine. Fra le tante iniziative per scoprire la Capitale Italiana della Cultura 2020, INC Hotels invita a seguire il percorso delle “Statue Parlanti”, per conoscere i personaggi che hanno fatto la storia della città, ascoltandola dalla loro voce. Un itinerario di 4 km, che consiste nell’avvicinarsi alle statue di Giuseppe Verdi, il Parmigianino, il Correggio, Arianna oppure Arturo Toscanini e ripercorrere le loro vicende, attivando una app sullo smartphone.

Nel castello sul fiume Po
Per un viaggio nella storia e nella cultura enogastronomica del fiume Po, l’indirizzo è il relais Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) dei fratelli Spigaroli, castello trecentesco un tempo abitato dai Marchesi Pallavicino, estimatori del culatello. Al primo piano custodisce eleganti camere con vista sui pascoli e sul Grande Fiume, in cui gli arredi d’epoca e il soffitto a cassettoni del XVI secolo sposano lo stile moderno. Il camino (funzionante) e grandi vasche da bagno impreziosiscono gli altri pezzi di artigianato che decorano le stanze. Un luogo per immergersi nella vera anima della Bassa Parmense e nella storia del culatello.

Dove mangiare. Nel regno del Culatello
L’Antica Corte Pallavicina è il luogo del ristorante stellato dello Chef stellato Massimo Spigaroli, autore della “cucina gastrofluviale”, in cui il cuoco unisce alla sua cultura da gastronomo agricoltura e tradizione del territorio, realizzando piatti raffinati, che nascono da ingredienti espressione dell’identità locale e che crescono negli orti e negli allevamenti del podere del castello. I pregiati menu sono impreziositi dai culatelli e dai salumi stagionati nelle antichissime cantine del castello, dalle carni di maiale nero di razza autoctona, bovini di razza bianca allevati nella valle del Po, oche, polli e anatre, pesci di fiume, pasta fatta in casa, come anolini e tortelli. E risaltati dai vini che nascono dai vigneti di Fortana, Fontanella e Lambrusco. Un’altra esperienza di gusto è all’Hosteria del Maiale, dove si respira l’aria autentica delle antiche hosterie medievali. Qui si possono assaporare le ricette recuperate dalla tradizione della Bassa Parmense e dalla storia del Po, crocevia di persone e di stagioni. I menu privilegiano taglieri di Culatello di Zibello Dop, da assaporare con pani di campagna di farine di grani antichi, paste fatte in casa abbinate a carni locali, come il bue bianco, la lepre, il maiale, secondi della tradizione, come lo stracotto di manzo, preparato secondo una ricetta di Giovannino Guareschi, costine in umido con la polenta, trippa alla parmigiana e poi insalate a base di verdure dell’orto. In autunno, si possono assaporare piatti all’oca bianca, allevata nel podere dell’Antica Corte Pallavicina, mentre a novembre e dicembre non manca il gran bollito di maiale.

Cosa visitare. Il Museo del Culatello
L’Antica Corte Pallavicina è il regno del culatello. Qui ci sono infatti le cantine di stagionatura del rinomato salume più antiche al mondo e il Museo del Culatello e del Masalén (termine che indica i norcini che tramandavano l’arte della macellazione del maiale). Lo Chef Massimo Spigaroli ha ereditato l’arte di fare culatelli dal bisnonno Carlo che lavorava le carni dei maiali nel podere Plantador di Giuseppe Verdi. Il percorso museale conduce in un viaggio nel territorio, tra i pioppeti, il fiume Po, la figura del maiale nero tipico del Parmense recuperato dal cuoco per produrre i salumi tipici. E prosegue in un approfondimento sulla figura di Sant’Antonio Abate, rappresentato in compagnia di un maiale e poi nel vissuto della famiglia Spigaroli e del sapere norcino, per scoprire gli oggetti legati all’attività e poi immergersi in un grande spazio sotterraneo nel mondo segreto del culatello, la sua storia, l’iconografia, il legame con personaggi come Giuseppe Verdi, Gabriele D’Annunzio, Giovannino Guareschi. Il percorso termina all’Hostaria del Maiale con la degustazione e all’esterno lungo le 12 tappe del PO FOREST, itinerario all’aperto di 1,5 km alla scoperta del bosco, della vegetazione di golena del Po e dell’allevamento allo stato brado di maiali neri.

La Chiesa – carcere simbolo di Parma Capitale della Cultura
Tornando nel centro di Parma, sede di straordinari monumenti come il Duomo, il Battistero, l’ex monastero di San Paolo, il Teatro Regio e il polo museale del Palazzo della Pilotta, merita una visita San Francesco del Prato, la Chiesa che fu trasformata in carcere e che oggi rinasce grazie ad una raccolta fondi collettiva, per divenire simbolo di Parma 2020. Le grate del carcere sono state tagliate per essere “pezzi di storia” e far parte dei cofanetti che vengono consegnati a coloro che partecipano alla raccolta fondi. Con le visite guidate, a partire dalla primavera del 2020, si può salire tra i 16 raggi del rosone e i decori della formelle policrome, ammirando la vista del centro storico dall’alto e la vicina cattedrale. Tante sono inoltre le iniziative culturali e musicali a cui si può partecipare, per contribuire alla rinascita di un patrimonio collettivo.

Partecipare alle esperienze di Emilia2020
Per conoscere le tante anime di Parma 2020, ma anche del territorio emiliano, ci si può affidare a Destinazione Turistica Emilia, che promuove come un sistema organizzato le province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e che per i visitatori della Capitale Italiana della Cultura diventa Emilia2020, estendendo a tutta l’area il concetto di “La cultura batte il tempo”. Consultando la brochure “20 Ragioni per visitare Emilia nel 2020”, si può scegliere tra le tante proposte di soggiorno e le offerte – presenti tutte sul sito www.visitemilia.com – per vivere la destinazione tra 85 mostre, 70 performance teatrali, 160 concerti, 25 festival di arte e cultura, 170 rassegne e dibattiti, e tantissime esperienze uniche, come quelle proposte dalla rete di prodotto “Emilia Food & Wine Experience” e dalla rete “Emilia Cultura e Castelli Experience”, che intreccia le iniziative degli oltre 13 borghi di interesse storico e artistico, innumerevoli città d’arte, 50 castelli e rocche disseminati tra le colline e gli Appennini, 51 teatri, fondazioni e altre strutture del settore.

Cosa comprare. Il Parmigiano Reggiano Parma2064.
Parma è la terra del re dei salumi, il Culatello di Zibello DOP, ma anche del re dei formaggi. Pregiato ed espressione della sua cultura d’origine è il Parmigiano Reggiano Parma2064, che nasce dagli allevamenti a conduzione familiare collocati in un raggio di 10 chilometri dai due caseifici della Cooperativa Casearia Agrinascente, che ha sede a Fidenza (PR). Si può partecipare ad una visita guidata (solo su prenotazione) tra i profumi del caseificio, ma soprattutto portare a casa deliziosi pezzi di formaggio. La scelta è tra diverse stagionature (18, 24, 36 o 48 e più mesi), ci sono inoltre le varianti “Organic”, “Halal” e “Kasher”, quest’ultimo prodotto nel caseificio dedicato esclusivamente a tale produzione secondo le regole della religione ebraica in materia alimentare. Alla produzione di Parmigiano Reggiano si è affiancata da poco quella del “Verdiano”, la proposta “veggie” ottenuta utilizzando caglio di origine vegetale.