Non solo giornate in spiaggia ed escursioni in barca, ma anche visite per scoprire in che modo Mauritius è diventata quello che è oggi, ovvero un variegato cocktail di culture, popoli e tradizioni che convivono pacificamente in questa terra meravigliosa.
La capitale Port Louis è in grado di offrire numerose testimonianze che danno forma e consistenza al tessuto essenzialmente cosmopolita della destinazione. Situata sulla costa nord-occidentale dell’isola, Port Louis si caratterizza per un profilo multiforme: dagli intensi profumi e vivaci colori sprigionati tra i banchi del Central Market agli ampi orizzonti che si prospettano alla vista di chi decide di salire fino a Fort Adelaide.
La città venne fondata nel 1735 dal governatore francese e pioniere Bertrand-François Mahé de La Bourdonnais: questa traccia dell’eredità francese dell’isola viene ricordata in una statua situata all’ingresso della Place d’Armes, la piazza principale che collega il lungomare al Palazzo del Governo. Proseguendo a piedi in direzione dell’oceano, si giunge in poche centinaia di metri a un vecchio edificio in pietra situato nei pressi del Caudan Waterfront: qui ha sede il Museo Postale di Mauritius, che propone un viaggio nella storia della comunicazione, raccontando come si è evoluto questo servizio sull’isola. Procedendo per circa 200 metri lungo Quay street, si arriva a un sito imperdibile per chi desidera scoprire di più sul crogiolo di culture che compone Mauritius: Aapravasi Ghat (Magazzino dell’immigrazione in hindi), classificato come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, era il punto in cui sbarcavano gli immigrati dall’India, che poi si stabilirono definitivamente sull’isola. Nella stessa area c’è anche il BRICS (Beekrumsing Ramlallah Interpretation Centre), in cui sono conservati oggetti provenienti dagli scavi e la riproduzione di una nave simile a quelle su cui si svolgeva il viaggio di circa sei settimane dall’India a Mauritius. La raccolta di reperti include inoltre pipe, fiale per farmaci (in loco c’era un ospedale) e bottiglie vuote di gin e di rum, probabilmente bevute da ufficiali britannici. Altro reperto conservato è lo scalo per tirare a secco le imbarcazioni, utilizzato tra il 1846 e il 1856.
Tornando verso il centro città, vale una visita il Mercato Centrale, dove poter trovare frutta e verdura fresca, ma anche parei colorati e altri oggetti di artigianato locale.
Per gli amanti del gusto non c’è che l’imbarazzo della scelta: oltre alla cucina creola, è possibile assaggiare il “gateau piment” mauriziano, dolci indiani e musulmani e molti altri cibi e bevande presso il quartiere islamico, a Plaine Verte, oppure specialità della tradizione cinese a Chinatown, dove si svolge, tra l’altro, un festival annuale dedicato al cibo e alla cultura.
Un altro luogo che contribuisce a conservare e trasmettere la storia multiculuturale dell’isola è il Blue Penny Museum, che racconta delle grandi esplorazioni dell’Oceano Indiano, dei tre periodi coloniali nella storia di Mauritius e propone anche un focus sulla storia dei servizi postali.
Chi non si lascia spaventare dall’altezza, può infine spingersi fino a Fort Adelaide, la Cittadella di Port Louis, una fortificazione costruita tra il 1834 e il 1840 utilizzata oggi per concerti locali e internazionali e spettacoli artistici. Da qui si può vedere dall’alto lo Champ de Mars, il più antico ippodromo dell’emisfero australe.