Il 18 maggio l’Italia è ripartita, ma un settore corposo per volume d’affari e occupati come il Turismo Organizzato non sarà in condizione di riprendere l’attività se il Governo non metterà mano a misure sostanziali. Il Decreto-legge “Rilancio” ha profondamente deluso le aspettative del comparto: non sono state recepite le richieste che in questi mesi sono state sottoposte in tutti i modi al Governo dalle Associazioni del turismo. Senza modifiche al Decreto, il turismo organizzato morirà.
Così i promotori del Manifesto per il Turismo Italiano #ripartiamodallitalia (Astoi, FTO e tanti operatori e federazione del turismo organizzato e degli eventi) che chiedono modifiche al decreto prima che diventi legge.
“Il grido d’allarme – spiegano i promotori del Manifesto – era stato lanciato dal settore da tempo, con numeri chiari e proposte concrete, analisi e previsioni realistiche. Ma il Governo e il MIBACT non sembrano considerare, contrariamente a quanto dichiarato, il settore del turismo organizzato e degli eventi un asset strategico per il paese, visti i provvedimenti che confermano la totale assenza di azioni decisive atte a garantire, con apposite misure di sostegno, la sua sopravvivenza. E tutto ciò mentre vengono varate ennesime misure a sostegno di altre aziende che da anni prosciugano le casse dello Stato a spese dei cittadini. Il turismo organizzato (agenzie di viaggio e tour operator) e degli eventi (congressi e fiere), genera un fatturato di 20 miliardi; 13.000 aziende danno lavoro direttamente a 80.000 addetti creando un indotto di ulteriori 85 miliardi con 650.000 posti di lavoro. Ciò determina 730.000 addetti totali. Se la formulazione del Decreto Rilancio sarà confermata, a partire dal mese di giugno si assisterà inevitabilmente ad una perdita dell’occupazione che potrà arrivare all’80% degli occupati complessivi: oltre mezzo milione di persone”.
“Le misure economiche del Decreto Rilancio attualmente previste per il settore turismo – continuano gli operatori – sono assolutamente insufficienti, inefficaci e non consentono alle imprese di superare un periodo di crisi che si protrarrà fino alla fine del 2020. Le risorse più ingenti sono state allocate su interventi come il Tax credit vacanze (Bonus vacanze): idea nobile, ma di fatto ininfluente per le imprese. Se è vero che aiuterà alcune famiglie a basso reddito a pagarsi una vacanza, non genererà una domanda aggiuntiva significativa sul turismo, e quindi è da intendersi più come una misura sociale che di sostegno alle imprese. In Europa i governi si sono prontamente attivati per supportare economicamente le imprese turistiche, anche se per molti Paesi il settore non rappresenta una fetta così importante dell’economia nazionale come per l’Italia. Solo in Francia, ad esempio, il Governo ha stanziato per questa crisi economica 18 miliardi di euro per le imprese del turismo, settore che rappresenta l’8% del Pil nazionale rispetto al 13% dell’Italia”.
Queste le modifiche richieste dai promotori del Manifesto per il Turismo Italiano:
- AMPLIAMENTO DEL FONDO PER IL TURISMO ORGANIZZATO E DEGLI EVENTI:si rende necessario un significativo incremento del fondo attualmente previsto (25 milioni di euro) portandolo ad almeno 750 milioni di euro, eventualmente recuperando la copertura finanziaria dalla riduzione di una parte di quanto attualmente stanziato per il Tax credit vacanze, ovvero 2,4 miliardi di euro;
- AMMORTIZZATORI SOCIALI:l’attuale formulazione danneggia il settore. Le 9 settimane aggiuntive di ammortizzatori sociali per il periodo da giugno a ottobre non sono sufficienti per le imprese della filiera del turismo organizzato e degli eventi, che non avranno ricavi ed avranno invece un’attività molto ridotta fino a fine anno. Si richiede quindi l’estensione a 18 settimane aggiuntive e continuative fino al 31 ottobre 2020. Si richiede altresì che il Governo, a settembre, si impegni a riverificare la situazione in termini di ripresa delle attività, per valutare eventuali misure aggiuntive di sostegno all’occupazione;
- TAX CREDIT VACANZE: lo stanziamento di 2,4 miliardi non rappresenta un reale sostegno al settore del turismo in quanto non crea maggiore domanda. La filiera del turismo organizzato beneficerà in modo marginale di questo stimolo, che privilegerà un rapporto diretto tra cliente e struttura alberghiera, non avendo peraltro previsto che tale strumento possa essere impiegato anche per l’acquisto di altri servizi turistici. Si chiedono pertanto due interventi: destinare quota parte di questo stanziamento al Fondo specifico creato per il turismo organizzato; consentirne l’utilizzo anche per l’acquisto di pacchetti turistici e servizi turistici collegati.
- CREDITO D’IMPOSTA: deve essere eliminato il limite di 5 milioni di euro relativo al credito di imposta per gli affitti anche per il settore del turismo organizzato e degli eventi, così come già previsto per le strutture alberghiere.
Come atto di protesta è stata lanciata la campagna social #cosinonriparto, per manifestare il dissenso del settore. Il gruppo invita tutta la filiera del turismo a postare immagini simboliche di imprenditori, lavoratori, agenti di viaggio che, metaforicamente, “fanno le valigie” dalla propria attività.
Il turismo organizzato non esclude ulteriori azioni di protesta, ancor più drastiche, entro la fine di maggio, per manifestare in modo forte e deciso il proprio dissenso.