Tracollo introiti finanziari in Tunisia nel 2011

È quasi catastrofico il quadro del turismo tunisino che ancora paga pesantemente l’insicurezza emersa dopo la “rivoluzione dei gelsomini” e che ne ha pesantemente appannato l’immagine sul mercato internazionale. I numeri, nella loro crudezza, sono inequivocabili ed i dirigenti del settore tunisini non possono che prenderne atto. Secondo Habib Ammar, direttore generale dell’Ufficio nazionale del Turismo, il quadro è disarmante. Alla Tap ha detto che gli introiti fiscali di quella che è la più importante industria del Paese, con il 7% per prodotto interno lordo, sono cadute lo scorso anno del 33%. E ancora più esplicativi sono i dati che riguardano l’arretramento del numero delle notti (-40,3%), a 21,2 milioni, e degli arrivi, (-30,7%). Per un totale di turisti censiti, nel corso dell’anno passato, di 4.700.000. La caduta di notti ed arrivi ha avuto pesanti ripercussioni sul settore, che ha registrato, solo lo scorso anno, la chiusura di 17 alberghi e la conseguenza perdita di 3.000 posti di lavoro, ma anche l’impossibilità di assumere circa 20.000 lavoratori stagionali in un settore che impiega direttamente circa 400.000 persone. La crisi del turismo ha creato poi un effetto domino negativo in altri settori del tessuto produttivo del Paese duramente colpiti dai mancati arrivi, come le compagnie aeree e le agenzie di viaggi, per i quali la riduzione di personale appare quasi inevitabile. La prospettive nel breve e medio periodo, peraltro, restano incerte, come ha ammesso lo stesso Ammar, secondo il quale il 2012 pagherà ancora le conseguenze di questa crisi. In tutto questo hanno avuto un ruolo importante anche le situazioni che si sono determinate in Egitto ed il Libia, le cui turbolenze sono state recepite all’estero come qualcosa da considerare comune anche agli altri Paesi della regione, come appunto la Tunisia. Le ricette per cercare di uscire presto e bene da questa situazione non possono essere molte, ma la più praticabile è certamente quella di ricostruire, all’estero, l’immagine di una Tunisia sicura, che mette a disposizione dei turisti località bellissima e accoglienza di alto livello. Un’operazione, comunque, costosa, perché impone delle strategie aggressive da portare laddove sono i ‘cervelli’ che presiedono ad incanalare i flussi del grande turismo. Manifestazioni promozionali, pubblicazioni, sensibilizzazione dei tour operator (recentemente ne sono stati invitati 70, provenienti dai maggiori mercati internazionali, a visitare l’area di Gammarth), campagne audio-televisive possono contribuire, ma certo il primo passaggio è quello di restituire alla Tunisia l’attenzione del potenziale visitatore con la garanzia di una sicurezza assoluta.