Numeri in crescita per la XXI edizione di Ecotur

Cresce, in controtendenza rispetto al turismo internazionale, molto provato dalla crisi economica, il turismo ecologico. A fare il punto sul settore, a Chieti il 6/7/8 maggio prossimi sarà la Ecotur Nature Tourist Workshop, la più longeva borsa internazionale del settore turistico (esiste dal 1992). Il progetto di Ecotur, spiega il presidente e fondatore Enzo Giammarino, “si avvale della preziosa collaborazione con Enit, Istat ed Università de L’Aquila ed accoglie al suo interno il club ‘I borghi più belli d’Italia’”. Proprio il presidente del club Fiorello Primi si dice entusiasta di partecipare con uno stand alla fiera di Chieti e ha raccontato come è nata l’esperienza de ‘I borghi più belli d’Italia’, associazione che si propone di svelare piccole realtà ‘nascoste’ ma che hanno un grande potenziale in termini paesaggistici: “Sono ormai dieci anni che abbiamo dato vita a ‘I borghi più belli d’Italia’, frutto dell’impegno tra istituzioni, associazioni e soprattutto cittadini. Per una volta ha prevalso l’interesse generale”. Primi sottolinea poi l’importanza di “investire in beni storici, culturali ed enogastronomici: investimento spesso di difficile comprensione per i sindaci, ma che con il tempo porta ad ottimi risultati”. Secondo Primi, infatti, in questo modo si mantiene “unita l’Italia, evitando lo spopolamento e facendo sì che il tenore di vita di questi luoghi ‘nascosti’ del nostro bellissimo Paese rimanga alto”. Primi evidenzia anche che i borghi sono tutti certificati: “L’utente trova ciò che gli è stato promesso” ed il club , grazie alla promozione dell’Enit, sta riscuotendo successo tra i tour operator internazionali, entusiasti di un’iniziativa così interessante. Il grande successo de ‘I borghi d’Italia’ è confermato anche da Paolo Rubini, direttore generale Enit – Agenzia Nazionale del Turismo che si concede una battuta: “Se tutto il mondo del turismo fosse così, il mio lavoro sarebbe facilissimo e, perché no, anche superfluo”. Rubini denuncia infatti lo stato di difficoltà in cui versa il mondo turistico italiano che “riesce a fatica ad arrivare ad una crescita dell’1-2%, mentre tale difficoltà non si riscontra affatto nel club di Primi, che ha avuto un aumento del 12%, con risultati eccezionali”. “Una bella località è una materia prima, e ciò ci rende competitivi sul mercato internazionale”, aggiunge Rubini, precisando che “è un prodotto nazionale e non si propone come localismo: l’Italia va ne ‘i borghi’ e siamo noi a decidere il prezzo, non c’è la solita guerra dei prezzi tra concorrenti”. Giammarino rivela che “il fatturato di Ecotur ammonta a 10 miliardi, con 99 milioni di presenze: questo dimostra che quando venti anni fa abbiamo scommesso su questo tipo di mercato turistico, abbiamo fatto bene”. La borsa istituita da Ecotur è “nazionale, ha più di 300 espositori provenienti da 15 diverse regioni italiane e gli operatori incontreranno 800 buyers quest’anno”, dice Giammarino, precisando che “è una borsa altamente produttiva: offre una proposta turistica particolare ed ottiene largo consenso tra gli acquirenti. Ecotur non vuol dire solo parchi, foreste, oasi: Ecotur vuol dire anche ‘borsa dei territori’, cioè la risposta ad una sempre più frequente domanda di energie rinnovabili”, prosegue Giammarino, aggiungendo che “i turisti vogliono sapere che servizi offre una certa località: se ci sono piste ciclabili, se viene utilizzato il solare termico o il fotovoltaico, se c’è una buona rete autostradale o se c’è la possibilità di usare le auto elettriche”. Secondo Giammarino “i provvedimenti del governo, in quest’ambito, non sono di certo stati di aiuto, nemmeno in termini occupazionali: mancano gli euro ed è difficile migliorare la situazione senza soldi”. Sicuramente uno degli aspetti più positivi, già accennato da Primi e ribadito poi da Giammarino, è il fatto che molti giovani scelgano di “tornare nei loro territori di origine per aprire magari agriturismi o bed&breakfast: questo è importante per la rivalutazione del territorio stesso”. Infine, Giammarino delinea l’identikit del turista che sceglie il turismo eco: l’italiano è passato dalle escursioni ai soggiorni, puntando quindi sulla qualità, mentre lo straniero, che già puntava alla qualità poiché aveva scelto il soggiorno, adesso sceglie la quantità, allungando di qualche giorno la vacanza. “Questi dati sono una conferma per noi: vuol dire che il progetto piace e funziona”, conclude Giammarino.