I Viaggi di Maurizio Levi, in collaborazione con la prestigiosa rivista Focus Storia, vi conduce alla scoperta del “Regno felice” – il Bhutan – in occasione dei Festival Jambay e Prakhar. Si rafforza così il sodalizio avviato nel 2014 tra la Rivista e il Tour Operator milanese.
Il viaggio alla volta del Bhutan, condotto da un esperto accompagnatore del team Viaggi Levi, partirà il 19 ottobre e porterà, con un itinerario di 14 giorni, alla scoperta del regno medievale Buddhista, che strenuamente cerca di mantenere la sua identità culturale.
Il Bhutan è un Paese fuori dall’ordinario: le città non hanno semafori, le sigarette sono illegali, giganteschi falli dalle proprietà protettive sono dipinti sulle facciate di molte case, il benessere della popolazione viene misurato in termini di felicità e non di prodotto interno lordo. L’itinerario si sviluppa nella zona centro occidentale del Paese, su un altopiano ricoperto di boschi e incastonato in verdissime valli. Paro, Thimphu, Punakha, Gangtey, Trongsa, Bumthang, sono le principali località e vantano i più antichi e famosi Dzong del Bhutan, le fortezze-monastero sedi allo stesso tempo del potere religioso, politico e economico.
La speciale partenza del 19 ottobre prevede la partecipazione ai suggestivi festival (Tsechu) di Jambay e Prakhar. Lo spirito del buddhismo butanese si manifesta in tutta la sua intensità e pienezza nelle festività religiose e popolari. La drammaticità e il colore delle rappresentazioni non hanno pari in nessun altro spettacolo moderno. Lo Tsechu può essere compreso come un evento creato dai maestri spirituali per celebrare ed esporre i contenuti degli insegnamenti con la rappresentazione di temi che stimolano un corretto comportamento etico e affermano la capacità di annullare o esorcizzare la negatività che affligge persone ed eventi.
Il culmine dello Tsechu è rappresentato dal Cham, uno straordinario insieme di musiche sacre e danze in costume, con maschere rituali, eseguite da monaci e da laici. La danza sacra rappresenta la potenza della legge buddhista e una forma concreta di meditazione, la “visualizzazione della divinità” ed è un mezzo per arrivare alla conoscenza della realtà assoluta. Nella danza colpiscono lo straordinario dinamismo e l’energia espresse dai danzatori. Al ritmico suono di cimbali, trombe, tamburi e gong, i ballerini in cerchio saltano, piroettano, ondeggiano nell’aria, muovono vorticosamente le gonne coloratissime e disegnano simbologie con le braccia e con le mani, raccontando storie mitologiche e leggende della dottrina buddhista dove, quasi sempre, il bene vince sul male, l’eroe sul demone e il credente sull’ateo.