Fiera si, fieno no, fiera perché. Parte la stagione dei saloni turistici in Italia e prende corpo la discussione sulla validità dei format proposti ad uso e consumo del mercato nazionale. La notizia non è nuova: alcune associazioni di categoria hanno sposato la corrente di pensiero che vuole ormai superate le varie fiere organizzate in Italia. All’interno delle stesse categorie però, queste correnti di pensiero devono convivere con quelle che dirigono verso posizioni diametralmente opposte perchè se è vero che ci sono tour operator secondo cui alle fiere non vale la pena partecipare, altre aziende hanno deciso di non lasciare la via vecchia per una che non si sa dove porti o non si è in grado di gestire. Confermando così investimenti e tradizionale modus operandi ossia partecipazione, stand e quant’altro.
E’ un po’ quello che si evince dall’aspro confronto che si è scatenato fra ASTOI e TTG Incontri, dovuto al cambio di rotta dell’associazione confindustriale sulla partecipazione alla kermesse di Rimini.
Il consiglio ASTOI ha deciso di non riproporre l’area associativa e lasciare ai singoli soci la decisione sulla presenza al TTG Incontri, una mossa che ha portato a un calo di espositori di rango confindustriale e che è stata commentata (forse) ironicamente dall’amministratore di TTG Italia spa, Paolo Audino, in un blog pubblicato dal sito on line della rivista torinese. In sostanza, Audino ha criticato la mossa del pianeta ASTOI, parlando di ‘vacanza’ dell’associazione. “Alcuni tour operator aderenti ad ASTOI hanno deciso di andare in vacanza in occasione del prossimo TTG Incontri – racconta – Certo sarà un andare in vacanza simile a quello di certe famiglie che, a corto di liquidità, negli anni Sessanta si chiudevano in casa a tapparelle abbassate per far credere ai vicini di essere spaparanzati su qualche spiaggia lontana. E pensare che basterebbe guardare ai piccoli bar che restano aperti in agosto e si prendono la clientela dei grandi bar chiusi per ferie, per capire che non si tratta esattamente di una scelta vincente”. La lettura di Audino è precisa e condivisibile. Gli si può dare torto? La scelta essere a Rimini, fatta da alcune aziende associate, sembra una chiara risposta: no!
L’Audino pensiero non è stato però gradito ai piani alti di casa ASTOI, tanto da scatenare una piccata (a dir poco) risposta dei vertici dell’associazione affidata ad una lunga nota in cui hanno voluto chiarire che ASTOI non svolge “alcuna attività di natura commerciale ed è pertanto estranea alla decisione assunta da alcune imprese associate di non partecipare all’edizione 2015 di TTG Incontri, decisione che rientra nella normale quanto doverosa autonomia che ogni associato ha nell’ambito delle proprie scelte strategiche”. E si precisa poi che “per il medesimo principio altre aziende associate ad ASTOI parteciperanno a TTG Incontri 2015, vedendo in questo evento elementi di interesse tali da giustificare l’investimento, a differenza degli altri che lo reputano un modello ormai inefficace per le esigenze di un tour operator”. Secondo , l’associazione presieduta da Luca Battifora, “la volontà di alcune imprese di cercare nuove soluzioni, modificare l’approccio al mercato (come spesso invocato anche dalle prime pagine di TTG), non può e non deve tradursi in una dialettica aspra, anche laddove gli interessi divergono, perlomeno provvisoriamente: nessuno è andato in vacanza, ma in molti si domandano se la partecipazione alle fiere con un proprio stand, in contesti sempre più allargati ad altri soggetti del settore, sia ancora funzionale per un tour operator”.
“Non è in discussione la singola società organizzatrice – prosegue la nota – ma il modello, un interrogativo lecito per qualsiasi imprenditore, senza che ciò debba divenire capo di imputazione pubblica, per di più allargata ad una associazione che non svolge alcun ruolo in valutazioni di natura squisitamente commerciale”.
Finita qui? Macchè. E nemmeno poteva essere così. Probabilmente anche per il fatto di essere accusato di un disdicevole ‘conflitto di interessi’ per essere allo stesso tempo amministratore di fiera e giornale, pur con l’auspicio di non alimentare ulteriormente la polemica (facile a dirsi…) Audino ha risposto ad ASTOI ed in particolare che quello del format fieristico superato sia probabilmente solo una scusa.
“Io sono convinto che i tour operator che non saranno in fiera abbiano compiuto una scelta errata. E non lo dico per il mio fatturato – precisa – ma per il loro. Essere dentro al mercato vuole anche dire essere concretamente dentro alla fiera più rappresentativa. Magari non spendendo centinaia di migliaia di euro se i bilanci non lo permettono o se il marketing non lo consiglia, ma presidiando il mercato e le relazioni con esso attraverso gli innumerevoli strumenti possibili. Io, nel pieno della mia “disdicevolezza”, sono aperto al confronto e al dialogo più di quanto non abbia dimostrato di esserlo ASTOI. Spero lo siano, nei fatti, anche quegli imprenditori – almeno quelli in buona fede – che mi sono permesso di “strigliare” dalle colonne di un blog, strumento che per sua natura si presta al “sopra le righe”. Ovviamente non era mia intenzione offendere o personalizzare”..
Il pubblico resta ora in attesa dell’eventuale contro replica di ASTOI e di capire quali sarebbero le forme alternative di mercato in grado di sostituire con gli stessi risultati, l’attuale calendario fieristico italiano.
Antonio Del Piano