Ripresa del traffico aereo in aprile, ma non sufficiente a ridare fiducia all’industria del settore, tanto che è atteso un ulteriore calo della stima di 8,6 miliardi di utili per il 2011 fatta dalla Iata nel marzo scorso. “Da allora sono successe molte cose che ci rendono ancora meno ottimisti”, ha rilevato Giovanni Bisignani, direttore generale e ceo dell’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata) a cui aderiscono oltre 230 aviolinee. Incertezze e sfide stanno incidendo sull’industria che per quest’anno si attendeva un giro d’affari vicino ai 600 miliardi di dollari e nel 2010 aveva goduto di utili record per 15,1 miliardi: instabilità politica in Nord Africa e Medio Oriente, fiammate del prezzo del petrolio, terremoto, tsunami ed emergenza nucleare in Giappone, nuova eruzione vulcanica in Islanda. “La sfida per le compagnie aeree a produrre redditività sarà difficile”, ha aggiunto Bisignani commentando i dati di aprile che a livello globale mostrano un balzo del traffico dell’11,9% (+16,5% internazionale, +4,7% domestico) rispetto ad aprile 2010, quando, però, il traffico in Europa crollò per la chiusura dello spazio aereo per le ceneri vulcaniche. Quindi, depurato delle “distorsioni”, l’aumento del traffico si attesta al +3-4%, con il traffico internazionale a +7%, sopra i livelli pre-recessione dell’inizio del 2008. Miglioramento non sufficiente a compensare la compressione sugli utili provocata dal prezzo alto del carburante, voce che incide per un terzo sui costi di una compagnia aerea. “Sfortunatamente – ha detto Bisignani – a rovinare la festa ci sono gli shock della domanda” ma, sopratutto, “i rincari del carburante che ha toccato 120 dollari al barile”, la minaccia più forte ad un’industria tanto vulnerabile ad eventi imprevedibili. Ad aprile le aviolinee europee hanno raggiunto un picco di crescita del 29,3% e quelle sud americane del 25,9%; in Nord America la domanda si è rafforzata sul lungo raggio (+11,9%) rispetto a quello domestico (+1,2%). Le compagnie aeree dell’area Asia-Pacifico hanno visto un aumento del 5,1% nei mercati internazionali, invertendo il calo dello 0,6% di marzo. Per il Giappone, il traffico internazionale è crollato del 20%. I vettori del Medio Oriente hanno avuto una crescita del 12,1% sui mercati internazionali, oltre il doppio rispetto al 5,3% registrato in marzo. Nel cargo, a livello globale in aprile c’è stata una crescita del 3,3% contro un’offerta aumentata al 9,2%.