Un’altra tegola cade su Alitalia. Il Consiglio di Stato, infatti, ha respinto nella giornata di ieri il ricorso contro la decisione dell’Antitrust di cedere alcuni slot per consentire l’arrivo di un competitor sulla Milano-Roma, poi individuato in easyJet, che adesso punta ad accaparrarsi un terzo del milione e mezzo di passeggeri coinvolti ogni anno in questa tratta. Il vettore, inoltre, è intenzionato ad aggiungere altri tre ai sette slot che Alitalia dovrà cedere attraverso il cambio d’uso di slot utilizzati dal vettore low cost per collegare Linate a Parigi e Londra. Nel quartier generale di Alitalia, che il 28 si prepara al primo consiglio di amministrazione dopo la scadenza del lock up, minimizzano l’accaduto, asserendo che il collegamento Milano-Roma non è più una gallina dalle uova d’oro da quando è arrivata l’Alta velocità, a causa della quale un’ulteriore emorragia di viaggiatori dall’aereo al treno sarà inevitabile, con una quota di mercato dell’aereo già diminuita del 30% in dieci anni. Non la pensano così dentro easyJet, dove si sfregano le mani con un occhio alla prossima agguerrita politica commerciale: “Noi dell’Alta velocità non abbiamo paura – assicura Frances Ouseley, responsabile del mercato italiano – Punteremo prima di tutto su prezzi competitivi. Anche chi vola pagato dalle aziende oggi ha bisogno di risparmiare. Inoltre gli orari dei collegamenti, che abbiamo già definito, saranno adeguati a servire chi viaggia in giornata per lavoro. Nel giro di qualche settimana, cioè quando metteremo in vendita i biglietti – annuncia Ouseley – renderemo ufficiali sia i prezzi sia gli orari. Per il momento non possiamo che ribadire la soddisfazione per avere raggiunto un risultato a cui puntavamo da tempo”. La partita è aperta, dunque. Intanto, il Consiglio di Stato ha condannato Alitalia a rifondere le spese processuali pari a 3.000 euro, per il resto c’è tempo. Non troppo, pare.