Enit, il momento della svolta?

Pier Luigi CelliPasserà la riforma dell’Enit nel Decreto Turismo in discussione oggi al Consiglio dei Ministri? La domanda è legittima, visto che si tratta dell’ennesima volta in cui sembra imminente una svolta che non arriva mai. Pierluigi Celli sfoga il suo scontento al ‘Corriere della Sera’ di oggi: “Sono riuscito a dimettermi dopo quattro lettere e non so più quante sollecitazioni. In due anni all’Enit ho cambiato tre ministri, tre o quattro capi di gabinetto, quattro o cinque direttori generali. Risultato: per oltre un anno e mezzo non ho avuto un interlocutore. E ho avuto solo ostacoli”. E poi, nel dettaglio: “Io come presidente dell’Enit ho percepito uno stipendio di 54 mila euro all’anno e mi vanto di aver messo in nota spese 290 euro, in due anni. Non voglio quindi spendere i soldi, ma tagliare le spese di viaggio in un ente che gestisce il turismo non ha davvero alcun senso”. Fino ad un’amara constatazione: “La verità è che anche se ci prova un ministro a fare qualcosa di buono non ci riesce a far funzionare l’Enit. Il ministro Pietro Gnudi, ad esempio, ha pensato bene di trasferire all’Enit il portale Italia. Purtroppo quel portale non è mai arrivato e devo dire meno male, visto che non avrei avuto personale in grado di gestirlo. Appena Franceschini si è insediato – spiega Celli – gli ho scritto dicendo che andando avanti così saremmo sempre andati a sbattere contro i muri. Che l’Enit andava riformato. Che bisogna trasformarlo in un’agenzia alla quale annettere anche Promuovitalia, dopo averla liquidata. Non mi ha risposto. Non subito. Però ho saputo che al Consiglio dei Ministri è all’ordine del giorno proprio questo: la ristrutturazione di Enit, proprio con queste modalità. Almeno – conclude – mi rimane questa soddisfazione”.