La crisi economica continua a frenare gli italiani, le cui prenotazioni per le vacanze estive sono ancora incerte. Ad influire sulla decisione di fare un viaggio sono poi gli effetti degli scontri nel Nord Africa ma anche le elezioni amministrative in corso, che costituiscono una ‘distrazione emotiva’ per i vacanzieri. “Per individuare l’andamento di outgoing degli italiani – ha detto Alberto Corti, direttore di Federviaggio-Confturismo – dobbiamo aspettare la chiusura dei seggi elettorali”. Grecia e Spagna, in particolare le Canarie e le Baleari, sono le mete più gettonate da chi invece ha già prenotato un viaggio. Sta tornando di moda anche la vacanza in Italia, scelta dal segmento ‘medio’ dei turisti. Tra le tendenze, spicca poi il turismo motivazionale, vale a dire la scelta di destinazioni per coltivare o apprendere una disciplina come le tecniche di rilassamento, la fotografia, le arti manuali. La rinuncia della meta egiziana a causa degli scontri degli ultimi mesi ha pesato sul turismo degli italiani: “Il mercato si sta lentamente riprendendo – ha assicurato Corti – da un attuale decremento del 60% ci auguriamo di riavere gli stessi flussi dello scorso anno entro la metà dell’estate”. Per quanto riguarda l’incoming, che pesa per il 40% sul Pil nazionale, il direttore di Federviaggio parla di “un anno molto buono come non lo vedevamo dal Giubileo”. Ciò è dovuto da un lato al naturale ciclo storico (“l’Italia doveva tornare in cima ai desideri mondiali”), dall’altro al fatto che i principali clienti dell’Italia sono usciti per primi dalla crisi economica. La Germania, in primis, conta il 25% delle presenze ed è fonte di poco più del 25% dei ricavi. Seguono la Svizzera, l’Austria, la Polonia e l’Est Europa. Abbastanza bene la Francia, in ribasso l’Inghilterra. Gli Stati Uniti sono in una fase di stallo che volge al regresso a causa dei costi del trasporto per l’aumento del prezzo del petrolio e dell’indebolimento del rapporto dollaro-euro ed è in crescita il versante sud americano con in testa il Brasile. Nonostante l’Italia non sia al centro delle preferenze, sta crescendo il mercato indiano che ha registrato 50-60.000 presenze in un anno con un aumento del 10-15%. Due fenomeni hanno infine influito sul turismo in Italia: da un lato la perdita di 50 milioni di euro del turismo giapponese, dall’altro la crescita dell’incoming dalla fascia d’elite russa che lo scorso anno ha registrato 300.000 presenze (+35%). Tuttavia la ripresa è ancora un miraggio: a partire dall’inizio dell’anno il turismo organizzato, che conta un giro d’affari complessivo di 6 miliardi di euro l’anno, ha perso 250 milioni di euro per vendite non effettuate.
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