L’operazione Tirrenia va verso il naufragio, almeno nella sua formulazione attuale: le preoccupazioni che l’Antitrust Ue aveva espresso già il 18 gennaio restano sul tavolo e vengono anche confermate da una lettera che la Commissione ha inviato al governo per metterlo in guardia dai rischi di concentrazione eccessiva del mercato. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate consultate dall’Ansa, l’acquisizione da parte di Cin sarebbe un “quasi monopolio su alcune rotte”, in particolare quelle con la Sardegna. Inoltre, la vicenda della fusione è strettamente collegata all’indagine sugli aiuti di Stato, dove vi sono state “importanti violazioni” delle norme Ue, che rendono “problematica” una soluzione positiva del dossier. Insomma, “sembra molto difficile immaginare rimedi adeguati alle preoccupazioni dell’antitrust Ue”, spiegano le fonti che precisano come la lettera inviata da Bruxelles al governo italiano si riferisca all’offerta sottoposta da Cin due mesi fa. I dubbi di Bruxelles restano quindi al momento tutti intatti ed irrobustiti dall’altro fronte del dossier Tirrenia, ovvero l’indagine sugli aiuti di Stato che pure non sembra avviata a buon fine. Bruxelles, che tratta la materia con il governo italiano, ancora non ha chiuso la partita su quelle che considera “sovracompensazioni” ottenute dalla Tirrenia. Ma se alla conclusione dell’indagine imporrà all’Italia il recupero degli aiuti, l’operazione di privatizzazione potrebbe subirne le conseguenze. Il problema, fanno notare le fonti, è che fusione ed aiuti sono strettamente collegati: “La conclusione dell’indagine sugli aiuti può avere un effetto sulla fusione perché, in caso l’Ue imponesse un risarcimento molto elevato, esso modificherebbe il bilancio della Compagnia e le società che volessero acquistarla dovrebbero tenere conto di questo passivo”. Non solo: se Bruxelles, che ha forti dubbi sugli aiuti di Stato, approvasse la fusione, si avrebbe una soluzione per la quale “il costo delle rotte sarebbe a carico del contribuente”. Le autorità italiane “non hanno tenuto conto del problema degli aiuti di Stato. Le difficoltà si conoscevano, ma hanno ugualmente continuato a procedere con la fusione”. L’esame dell’antitrust Ue sulla vicenda Tirrenia si trova ora nella seconda fase, cioè i 90 giorni in cui l’Italia deve fornire informazioni se non vuole che la procedura vada avanti. Il 13 febbraio la Commissione ha sospeso la procedura, come da regolamento, in attesa che il governo fornisca nuovi dettagli.