di Antonio Del Piano – Si chiama Sicani Villages, ovvero la rete dei Borghi Sicani ed è un nuovo network di attori dell’accoglienza locale nato con l’obiettivo di unire e raccontare luoghi e persone di una Sicilia ancora inesplorata. Un territorio che dalla costa sud si estende fino ai boschi dell’entroterra, abbracciando un comprensorio di 29 comuni riuniti sotto il Distretto Rurale di Qualità dei Sicani, vasta area geografica tra le province di Agrigento e Palermo.
E’ il volto di una Sicilia che non t’aspetti o quanto meno quella sconosciuta agli occhi del turismo di massa da sempre affascinato dal richiamo delle località che brillano sulla costa che va da Palermo a Trapani o da Messina a Siracusa. Una Sicilia antica, quella rurale del turismo lento che riesce a sorprendere ed affascinare una platea che spesso è fatta di stranieri alla ricerca di qualcosa di nuovo e inesplorato che vada oltre il clichè del sole e del mare o della testimonianza culturale su cui le luci dei riflettori sono già accessi. Ed è ricerca del contatto con i luoghi e con la gente per farsi raccontare quanta storia è passata nelle strade di paesini che mai negli anni scorsi avrebbero pensato di trasformarsi in attrattori turistici.
I borghi prendono il nome dal primo popolo, arrivato dalla penisola iberica ma di origine africana, che colonizzò la Sicilia circa 4.000 anni fa. Il progetto collegato è stato realizzato dal Gal Sicani, un partenariato pubblico privato che oltre alle 29 municipalità mette in rete 600 fra soggetti e associazioni distribuite fra le due province. Il prodotto è commercializzato da un tour operator americano, che è capofila della rete di imprese.
“Attraverso questo progetto vogliamo raccontare una identità che viene da molto lontano ma che non abbiamo mai svelato anche per quella ritrosia dei siciliani che fino a pochi anni fa non erano inclini a parlare di se stessi – dice Pierfilippo Spoto, local insider del progetto del Gal Sicani – Basta pensare che la gente del luogo, soprattutto la parte più anziana, un tempo chiudeva le porte di casa alla vista di persone forestiere che arrivavano in visita ai borghi”.
Poi qualcosa è cambiato. “Venti anni fa abbiamo iniziato a parlare della nostra identità a chi arrivava in questa terra. Abbiamo iniziato ad accogliere l’ospite e aprire a un turismo che entra nelle case dei siciliani. E che spesso mangia con loro”.
La svolta è stata facilitata dalla presenza di local insiders che accompagnano l’ospite per mano alla scoperta dei borghi e nel contatto con le persone. “Nei borghi ci puoi andare anche da solo ma se vuoi vivere un’esperienza come quella che somministriamo tutti i giorni devi essere accompagnato da qualcuno che in quei luoghi ci è nato e cresciuto e che deve essere riconoscibile per far aprire le porte delle case”.
Questo messaggio è stato declinato in tutta la progettazione del Gal Sicani che ha come perno fondamentale il turismo relazionale e degli incontri.
Al centro del prodotto c’è quindi il capitale umano a cui fa da contorno tantissime aree naturalistiche da visitare, in un territorio costellato anche di castelli e musei che racchiudono la storia e l’artigianato locali. I piccoli borghi sono sospesi nel tempo, ricchi di tradizioni storiche, legati ad antichi riti folcloristici e popolati da persone genuine, proprio come i prodotti che realizzano e che crescono in quelle terre.
“Il pane, il formaggio, l’olio, il vino e la bellezza del paesaggio alla fine sono solo il mezzo per favorire l’incontro. Ce ne siamo resi conto raccogliendo i feedback dai primi turisti, spesso stranieri, che sono venuti a visitare le nostre terre. A loro chiedevamo di inviarci foto di quello che avevano visto anche per costruire il materiale promozionale e la nostra sorpresa è stata quella di ricevere immagini di volti e delle persone, le facce della zia che fa il pane o dei vecchi che giocavano a carte… piuttosto che dei luoghi o dei monumenti creando in noi la consapevolezza di aver creato un prodotto turistico dove i luoghi cedono il passo al capitale umano”.
Il Gal ha intuito le potenzialità del progetto ed ha assunto così il ruolo di incubatore di idee agevolando l’acquisizione dei fondi necessari per portare avanti un progetto che, fra l’altro, vede un forte coinvolgimento dei giovani quanto mai protagonisti di questo risveglio e del recupero dell’identità territoriale.
Gli ospiti arrivano da tutto il mondo. Le prime facce straniere all’inizio furono di nord europei che oggi hanno ceduto la leadership al mercato americano e quello inglese che vogliono andare oltre le cose già note dell’Italia, perché magari le hanno già viste e cercano un’alternativa.
In parallelo è cresciuto il mercato delle accomodation che oggi possono proporre un’offerta importante, soprattutto sulla costa agrigentina ma anche b&b ed agriturismi in campagna oltre boutique hotel che oggi vedono allungare la permanenza dell’ospite anche per più di cinque giorni. E qualche straniero ha addirittura comprato casa nei borghi spopolati nel tempo ma che vogliono recuperare la vita perduta.
Nel viaggio attraverso i Borghi Sicani ci sono alcune perle che meritano l’attenzione dell’ospite: “Sicuramente Andromeda, il teatro all’aperto più alto del mondo costruito da un pastore scultore a circa 1000 metri di altezza, da ammirare quando è vuoto per non perdersi la magia del luogo. La costa poi è davvero una fra le più straordinarie perché non è stata mai violata. Da Ribera a Porto Empedocle con Torre Salsa e la foce del fiume Platano è come se la Scala dei Turchi fosse ripetuta almeno 5 o 6 volte”.
Ma, ripetiamo, il sito, sia esso naturale, culturale o enogastronomico, resta solo il pretesto per immergersi in un piccolo mondo antico, in una Sicilia autentica lontana solo nel tempo.