Francesco Caizzi, presidente della Federalberghi Puglia, e Annalisa Areni, Regional Manager Sud di Unicredit, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa sul turismo. Si tratta di un importante documento per il turismo della Puglia, che impegna l’associazione regionale degli albergatori e una delle principali banche italiane ed europee a lavorare insieme per la crescita delle imprese turistico-ricettive, la qualità dell’offerta, la formazione degli operatori, per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell’intero territorio.
“L’intesa con Unicredit sottoscritta – commenta il presidente degli albergatori pugliesi – offre nuove opportunità di sviluppo all’intera filiera del turismo pugliese. In prima linea, naturalmente, c’è il sistema alberghiero che è l’asse portante dell’intera filiera del turismo della Puglia. Nella positiva contingenza che sta attraversando il turismo pugliese, questo atto ci permetterà di lavorare in sinergia diretta con il sistema bancario e, facendo rete con tutti gli attori pubblici e privati della filiera, si potranno avviare quelle azioni necessarie a consolidare un prodotto turistico regionale, con il perfezionamento della qualità dell’accoglienza, l’ottimizzazione della sua commercializzazione e, quindi, della sua promozione, non avulsa dal contesto produttivo”.
“In Puglia – continua Caizzi – a seguito dei positivi risultati degli ultimi dieci anni, dobbiamo impegnarci a consolidare un’industria del turismo che possa dare apporti significativi al Pil regionale e creare posti di lavoro. Per questo abbiamo bisogno di aziende turistiche solide che operino nel solco della legalità, in rete con gli altri attrattori della regione, da quelli culturali a quelli paesaggistici a quelli del sistema agroalimentare. Abbiamo l’urgenza, per prima cosa, di distruggere il lato oscuro del nostro turismo, ovvero l’abusivismo ricettivo, che fiacca l’entusiasmo di tutti gli operatori professionali e legali, producendo un dannoso effetto frenante”.
“Gli albergatori non sono ostili in modo preconcetto alle strutture extra alberghiere o alle nuove forme delineate dalla sharing economy, bisogna però tenere conto della drammatica realtà dei numeri. Il fenomeno Airbnb nel 2019 ha immesso online sul mercato turistico pugliese ben 40.481 alloggi (+88,28% rispetto al 2017), non censiti fiscalmente e, quindi, generatori di un livello imponente di evasione fiscale. Questo enorme volume di illegalità danneggia anche i nostri ragazzi che scelgono gli istituti alberghieri, perché costretti a emigrare al nord o all’estero per poter lavorare. Da sei anni – conclude Caizzi – uno studio commissionato da Pugliapromozione conferma che le presenze non rilevate dalle fonti statistiche e fiscali sono per cinque volte superiori alla situazione ufficiale nota. Questa situazione di concorrenza sleale e abusivismo non può essere oltremodo sostenuta dal sistema legale della ricettività, oltre a pregiudicare qualsiasi iniziativa istituzionale finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi”.