Record storico nel turismo italiano nel 2023 con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi.
Questi valori sono i più elevati osservati da sempre dalle rilevazioni sul turismo, superiori quindi ai livelli pre-pandemici del 2019: +3,0 milioni di arrivi (+2.3%) e +14,5 milioni di presenze (+3.3%). Rispetto al 2022 si stima una crescita complessiva degli arrivi del 13.4% e delle presenze del 9.5%. Sono le stime del gruppo di lavoro inter-istituzionale sul turismo frutto dell’intesa tra Istat e ministero del Turismo.
“I numeri non mentono mai – ha commentato il ministro del Turismo Daniela Santanchè – L’Italia sta tornando a occupare il posto che merita nel panorama mondiale del turismo. Il record storico di andamento evidenziato dalle stime che presentiamo grazie al lavoro congiunto di Ministero e ISTAT non è un risultato casuale ma frutto di una strategia mirata che mette il turismo al centro delle politiche del governo”.
L’indagine Istat rivela che a livello territoriale il maggior numero di presenze nel 2023 si è registrato nel Nord-est, dove si è raggiunta quota 177 milioni, pari al 39,2% del totale nazionale; a seguire il Centro (24%) e il Nord-ovest (17,7%).
Il ministro definisce il turismo “un comparto che cresce più di altri in virtù della capacità degli imprenditori di esaltare il meglio che l’Italia può offrire e di un esecutivo che crea le migliori condizioni per permettere alle imprese di operare con la massima efficacia. I provvedimenti sul turismo, insieme alla professionalità espressa dagli operatori del settore, hanno determinato un netto cambio di marcia dall’impatto senza precedenti”.
Santanchè ha sottolineato che niente accade per caso: “Questo successo è l’esito di una serie di investimenti attuati dal Ministero col supporto di ENIT per rafforzare l’immagine e la credibilità internazionale dell’Italia nel mondo, fattori che hanno contribuito a far tornare la nostra Nazione di moda, specialmente all’estero.
Ora, però, la sfida non è solo quella di aumentare il numero delle presenze, quanto piuttosto di puntare sempre più su un turismo di qualità, e quindi su offerte turistiche in grado di soddisfare, in modo sostenibile, ogni tipo di esigenza.
Ciò significa gestire i flussi e incentivare la nascita di hotel, anche di lusso, per poter innalzare il livello della nostra offerta affinché non sia solo mordi e fuggi ma possa proporre ai turisti esperienze immersive e attirare più risorse sui nostri meravigliosi territori.
Territori fatti di tanti piccoli borghi che dobbiamo saper mettere a reddito favorendo politiche di destagionalizzazione e distribuzione dei flussi.
La nostra visione industriale del comparto risulta vincente, a giudicare dai dati, e su questo continueremo a lavorare intensamente” ha concluso Santanchè.