Il successo della stagione estiva testimonia la vitalità del settore turistico. Dopo due anni di difficoltà il periodo giugno-settembre 2022 ha fatto registrare un recupero quasi completo del gap con il 2019: i volumi di vendita si sono fermati a una media dell’86% rispetto a tre anni fa, ma guardando ai dati mese per mese, hanno patito solo giugno e settembre, mentre luglio e agosto hanno praticamente colmato il divario con punte del 95% rispetto allo stesso periodo del 2019. Tra le destinazioni che hanno raggiunto i picchi di gradimento più alti per l’estate 2022 sono state: l’Italia che ha totalizzato il 37% di preferenze sul totale dei viaggi effettuati nel periodo primo giugno – 30 settembre, segue il Nord Africa con il 25%, la Grecia stabile al 12%, chiude la Spagna con l’8%. La vera sfida inizia ora perché solo mantenendo alto il ritmo anche sull’autunno/inverno si potrà dire di essere usciti dalla difficile situazione creata dalla pandemia. Il centro studi Veratour ha analizzato le vendite a fine settembre per le classiche mete da qui alla fine dell’anno. L’Egitto resta in cima alle preferenze degli italiani con volumi superiori al 16% rispetto al 2019, l’Oceano indiano e i Caraibi sono indietro rispetto a tre anni fa, la ripresa delle quote di mercato in queste aree è incoraggiante ma non ancora in linea con i trend del 2019. Impossibile fare un paragone con l’anno scorso in quanto la maggior parte delle strutture non erano ancora raggiungibili dai turisti. Dal Veraclub Jaz Oriental di Marsa Matrouh dove l’azienda ha organizzato la convention di fine stagione, Stefano Pompili CEO Veratour dichiara: “I dati per l’inverno sono molto incoraggianti in particolare sulle destinazioni di lungo raggio. Il 2022 si sta rivelando un anno positivo, di ripresa e rinascita: nel nostro percorso di risalita ai livelli pre-Covid, abbiamo già raggiunto e superato gli obbiettivi che ci eravamo fissati per quest’anno. Come tutte le aziende seguiamo con attenzione l’evolversi di questa fiammata inflattiva, soprattutto per gli aumenti dei carburanti, che impattano significativamente nel settore turistico. Abbiamo bisogno di tornare a correre come prima della pandemia, per questo stiamo seguendo la nostra linea di non scaricare interamente sui clienti gli aggravi di costi: rinunceremo a parte della marginalità pur di favorire i volumi di vendita”. Tra le preoccupazioni del periodo pesa anche il rafforzamento del dollaro sull’euro considerando che la maggior parte delle operazioni a livello internazionale avvengono con la valuta americana. Ipotizzando il persistere delle tensioni sui prezzi delle materie prime e dell’energia anche per il 2023, Veratour prevede il ritorno ai livelli del 2019 nel 2024