“La situazione è un po’ complessa, come sappiamo. Però noi siamo presenti alla BMT di Napoli, siamo stati presenti alle fiere più importanti del mondo come ITB e FITUR, perché crediamo nel giorno dopo. Il messaggio principale è di non cancellare, solo posticipare. E speriamo di poter accogliere tra poco gli italiani”.
Così Kalanit Goren, direttrice dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo in Italia, intervistata durante la BMT Borsa Mediterranea del Turismo di Napoli.
“Oggi in Israele ci sono gruppi dagli Stati Uniti, anche se ovviamente non come prima di ottobre. Ci sono persone che viaggiano in Israele, ad esempio da Paesi dove ci sono tanti ebrei o pellegrini, o anche dalle Filippine. Dall’Italia no, ma l’Italia resta il sesto mercato per Israele. Ad un certo punto questa situazione finirà e il desiderio di viaggiare in Israele esiste. Nel passato abbiamo visto anche numeri molto importanti come 200mila italiani. Vedo questo desiderio, c’è la richiesta, stanno tornando i voli. Appena la situazione sarà più stabile gli italiani torneranno in Israele, a riscoprire la sua energia, la sua storia, i suoi luoghi sacri”.
“Aspettiamo anche nuove prenotazioni – continua la direttrice dell’Ente – non solo i viaggi di chi ha posticipato. Noi siamo pronti con il prodotto, tanti alberghi sono diventati casa per i profughi del nord ma saranno pronti per l’incoming. E poi le mostre come quella per i 60 anni del Museo di Israele con i rotoli del mar Morto. C’è l’anno del Giubileo nel 2025: il centro è Roma ma si guarda anche alla Terra Santa”.
“Come Ente del Turismo non siamo fermi. Credo che quando sarà possibile tornare a viaggiare faremo anche una campagna specifica, ma lavoriamo ogni giorno con collaborazioni con tour operator, agenzie di viaggio, stampa. Le relazioni ci sono sempre. Poi potremo organizzare fam trip e attività di formazione per conoscere di nuovo il prodotto”, conclude Kalanit Goren.