La Cina ha deciso di riavviare i nuovi progetti di rete ferroviaria ad alta velocità solo dopo che il chiarimento, da parte del governo, di una serie di dubbi. In ballo, secondo quanto scrivono il ‘South China Morning Post’ ed il ’21st Century Business Herald’, l’80% dei nuovi progetti che sono stati ritardati almeno di un anno. Tra i motivi non ci sarebbero solo chiarimenti e verifiche strutturali e di sicurezza, ma anche economici. Dopo l’incidente dello scorso 23 luglio nel quale morirono, a causa dello scontro di due treni sulla linea dell’alta velocità, 40 persone fra cui l’italiana Assunta Liguori, l’esecutivo di Pechino ha deciso di raffreddare i nuovi progetti per verificare la sicurezza dei progetti e della rete attualmente presente. Secondo molti, infatti, la rete dell’alta velocità non è così sicura, costruita con pochi soldi e tempo e contraddistinta da una serie di scandali e tangenti che hanno portato alle dimissioni del ministro delle Ferrovie. Polemiche anche per il recente incidente nella metro di Shanghai, dove lo scontro tra due treni ha fatto 285 feriti e per il quale in un primo momento era stato imputato lo stesso sistema di segnalazione che ha portato all’incidente ferroviario di luglio, per poi dare invece la colpa ad un errore umano. Ma il ministero delle Ferrovie è anche in grossi guai economici, con forti debiti. In un comunicato di agosto il Ministero ha informato che a giugno, quindi prima anche delle passività derivate dall’incidente di luglio e conseguente interruzione di progetti e riduzione di viaggiatori, le passività ammontavano a 2,1 trilioni di yuan, circa 260 miliardi di euro, in aumento di quasi della metà dalla fine del 2009. Circa tutte le banche coinvolte hanno interrotto i finanziamenti ai progetti ferroviari, scrive il ’21st Century Business Herald’, senza sapere quali sono i prossimi passi per la rete ad alta velocità. E secondo un’altra fonte che ha partecipato ad una serie di incontri ristretti sul tema, le società cinesi avrebbero anche fermato le loro collaborazioni le straniere per costruire all’estero progetti ferroviari.
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