Anche i porti turistici vivono il momento di crisi che affligge l’economia. “Vi è un calo delle attività di manutenzione e delle spese per accessori del 15% e del consumo di carburante del 50%” sottolinea il presidente di Assomarinas, associazione dei porti che fa capo a Confindustria, Roberto Perocchio, secondo cui, tuttavia, non mancano segnali positivi, come la costruzione in corso di 20.000 nuovi posti barca. E a indicare la strada da seguire per il rilancio è Luciano Serra, presidente di Assonat, associazione di settore che fa capo a Confcommercio. Le strutture portuali, sottolinea, hanno un futuro solo ”se puntano con decisione sulla sostenibilità”. Sono tre, ad avviso di Perocchio, i fattori che determinano le difficoltà del settore: la forte pressione della Guardia di Finanza, la riduzione della spesa delle famiglie destinata al turismo e l’inadeguatezza di alcuni leasing. ”I frequenti sopralluoghi della Gdf – spiega il presidente di Assomarinas – rischiano di spingere la clientela verso le coste croate e quelle francesi. Non sono pochi, poi, quelli che scelgono di lasciare a terra l’imbarcazione”. Altro fattore è quello del taglio delle spese: ”Ci sono famiglie che non riescono più a corrispondere le rate di leasing per la barca, anche perché alcuni avevano scelto leasing con costi più bassi nei primi anni e con rate maggiori in quelli successivi”.