Stop alle operazioni di volo targate New Livingston. “Una decisione difficile e sofferta che arriva dopo circa tre anni di attività”, come spiega il vettore in una nota, presa “a causa del crollo del turismo, soprattutto del segmento vacanziero verso l’Egitto e il bacino del Mediterraneo, che ha subito un tracollo dopo la Primavera Araba e la conseguente instabilità dell’area”, senza dimenticare “la drastica riduzione di domanda per le rotte verso la Russia a causa della crisi politica in corso”. Non manca l’accenno “ad alcuni crediti non pagati quali ad esempio quelli dell’aeroporto di Rimini, su cui la proprietà aveva puntato per il rilancio e verso cui vanta ancora un credito importante per biglietti venduti, le cui somme non sono state mai trasferite alla compagnia aerea”. A nulla quindi sono valsi i tentativi fatti “per continuare le operazioni, sia attraverso ristrutturazioni aziendali, sia con la richiesta del Concordato in Continuità, oltre agli importanti investimenti fatti dalla proprietà”, e l’ammissione viene direttamente da Riccardo Toto, che nel 2011 ha rilevato la compagnia aerea dall’Amministrazione Straordinaria: “E’ una scelta di responsabilità chiudere la compagnia aerea senza debiti nei confronti dei dipendenti. La sofferta decisione che prendiamo in queste ore è conseguenza del fatto che rispetto a soli due anni fa, non esiste oggi un mercato per poter andare avanti. Il mercato charter è stato completamente sconvolto da fattori interni, ma soprattutto dalle turbolenze internazionali”. La nota specifica anche che i dipendenti, le cui spettanze salariali saranno integralmente saldate, potranno usufruire degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge. Partito l’iter necessario per trovare una soluzione garantista per i lavoratori “con l’obiettivo di ottenere la cassa integrazione entro il mese di ottobre”.