Le Ferrovie dello Stato diventano Italiane e puntano a crescere

Investimenti per 27 miliardi di euro in 5 anni, sei nuovi treni, fatturato di Gruppo che nel 2015 punta ad arrivare a 10 miliardi. Ecco i punti principali del piano industriale delle Ferrovie dello Stato Italiane, nuova denominazione sociale di una delle più grandi aziende del Belpaese che punta a migliorare il servizio ed a ridurre i costi operativi di circa 300 milioni, con l’obiettivo di far crescere tutti i principali indicatori di redditività. Dopo l’opera di risanamento, che ha permesso di recuperare nell’ultimo quinquennio un disavanzo di 2,2 miliardi, il Gruppo punta al consolidamento e ad una progressiva espansione sui mercati internazionali. “Per quanto riguarda l’Italia – ha detto l’amministratore delegato Mauro Moretti – entreranno in servizio nuovi treni, anche destinati al servizio metropolitano, che avrà sempre più una flotta dedicata. Per quanto riguarda i servizi di lunga percorrenza, il gruppo FS punta a rivedere l’offerta razionalizzando il network, le frequenze e le fermate, proponendo nuovi modelli per il Sud”. Circa il fiore all’occhiello dell’azienda ferroviaria italiana, la tratta ad alta velocità Milano-Roma (con estensione a Napoli e Salerno a Sud e Torino a Nord-Ovest), il Gruppo punta ad aumentare le frequenze, con treni anche ogni 10 minuti nelle ore di punta. Entro il 2015, col completamento degli snodi di Firenze e Bologna e con i nuovi treni Frecciarossa, il viaggio tra le due principali metropoli del Paese farà impiegare ai treni 2 ore e 20 minuti. L’amministratore delegato ha tuttavia ricordato che resta ancora vivo il gap tra i ricavi unitari del trasporto regionale in Italia (12,9 centesimi di euro a passeggero/km) rispetto a quelli di Germania e Francia, che ricavano rispettivamente 19,5 e 22,4. “Ogni centesimo di  incremento medio – ha ribadito – permetterebbe l’acquisto di 20 treni metropolitani ogni anno”.