Lampedusa: appello al Capo dello Stato

LampedusaUn intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, siciliano e quindi presumibilmente vicino ai problemi della sua terra: è quello che chiedono gli operatori turistici di Lampedusa attraverso una lettera indirizzata al Capo dello Stato dal presidente del Consorzio degli Albergatori, Antonio Martello.

Nella missiva, si sottolinea lo stato di disagio del comparto turistico dell’isola, giunto alla settima stagione inficiata dal problema dei clandestini. “A Lampedusa il tempo si è fermato – scrive Martello – Con quella che si va andrà ad aprire fra qualche settimana, saranno già sette le stagioni turistiche vissute con l’incognita clandestini. Non solo quelli che sono realmente approdati sull’isola dal 2009 ad oggi, ma pure quelli che a Lampedusa non sono mai arrivati, vuoi perché sbarcati altrove, vuoi perché intercettati al largo e portati sull’isola maggiore, vuoi perché per sfortuna loro naufragati.

Sempre però sono clandestini o extracomunitari che per l’opinione pubblica sono arrivati a Lampedusa, grazie ad un’informazione distorta e spesso ignorante. E noi operatori turistici, e anche gli abitanti, ne paghiamo le conseguenze a causa delle disdette che la gente ci spedisce, credendo di andare ad imbattersi in chissà cosa”.

A rischio quindi gli investimenti in termini di allottment aerei e gli adeguamenti e miglioramenti degli alberghi e dei servizi turistici dell’isola. “Non sono serviti a niente, vanno a farsi benedire ed a rimetterci sono solo ed esclusivamente le nostre tasche e quelle dei nostri impiegati che vedono sempre più concretamente manifestarsi lo spettro del licenziamento”.

Martello sottolinea che quando un’industria va in crisi, il Governo si muove per trovare un rimedio e rivendica lo stesso ditirro per Lampedusa. “La nostra unica industria è il turismo, si avvia al fallimento e nessuno fa niente. Siamo Italiani anche noi, paghiamo le tasse come fanno coloro che vivono da Bolzano ad Agrigento ma siamo trattati da cittadini di serie B. Anche i clandestini che involontariamente sono causa delle nostre disgrazie, ricevono più attenzione di noi. Ormai sono anni che cerchiamo di far capire all’opinione pubblica che l’isola è fruibile – aggiunge – ma ciò non basta. Da parte delle Istituzioni pubbliche non c’è il necessario impegno a sostenere le nostre iniziative tese a rassicurare il mondo del turismo”.

Il presidente del onsorzio degli Albergatori chiede misure di sostegno all’economia e per le famiglie, incentivi o defiscalizzazioni, sospensione dei pagamenti spiegando che l’isola ha fatto la sua parte nel momento dell’emergenza ed ora chiede un segno di riconoscimento.

La speranza è rivolta al siciliano più illustre: “Ora che alla Presidenza della Repubblica c’è un nostro conterraneo, almeno Lei sollevi il velo d’indifferenza ormai calato su Lampedusa, intervenga presso il Governo affinché muova dei passi concreti verso di noi dopo tanto silenzio. Non vogliamo essere l’isola dell’emergenza, l’inferno dei dannati in fuga. Lampedusa è un paradiso che va salvato e vanno salvati i lampedusani. Perché se a Lampedusa finisce il turismo, con i turisti se ne andrà per tutti noi la possibilità di continuare vivere sulla nostra isola”.

“Lei è la nostra ultima spiaggia, dopodiché – è l’amara conclusione di Martello – di spiagge ci resteranno solo le nostre, meravigliose e riconosciute fra le più belle del mondo. E non sapremo più che farcene”.