Isnart, il 45% degli imprenditori pessimisti per assenza di strategie

Maurizio MaddaloniItaliani e Belpaese, un connubio sempre più a rischio. Nei prossimi anni infatti, la componente italiana della domanda turistica diretta nel nostro Paese continuerà a diminuire. Lo rivela l’Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche, nello studio ‘Italiani in vacanza nelle regioni: in calo la capacità di spesa’, pubblicato oggi dal mensile ‘Impresa Turismo’. A mostrare la tendenza al pessimismo è il 56% degli operatori turistici intervistati da Isnart. Ben il 45% del campione, costituito da circa 1.300 tra operatori ed esperti di turismo, non è ottimista sul futuro e ritiene che “molte imprese non hanno alternative ed entreranno in crisi” o che “non ci sono strategie, si può solo sperare nel recupero di capacità di spesa degli italiani”. Insomma, allo stato delle cose, il mercato turistico interno, secondo la maggioranza degli addetti ai lavori, andrà impoverendosi, sia in termini di capacita di spesa che di qualità . “La strategia da adottare – sostiene il presidente dell’Isnart, Maurizio Maddaloni – non è semplicemente quella di ridurre i prezzi ma, piuttosto, ripensare il modello di business dei vari servizi dell’offerta turistica nel senso di ridurne i costi complessivi, senza penalizzare troppo o addirittura affatto il valore percepito dal turista”. Alcuni esempi di innovazione del modello possono essere la realizzazione di nuove strutture ricettive con modalità di costruzione, materiali ed uso degli spazi tale da abbattere strutturalmente i costi di gestione, oppure l’ampliamento dell’uso di internet ad una serie di servizi alberghieri per renderli più efficaci per l’utente e meno costosi per l’operatore. “La sfida di costruire un’offerta meno costosa ma non di minor valore percepito – aggiunge Maddaloni – non può essere vinta solo all’interno del sistema delle imprese: richiede infatti l’impegno della pubblica amministrazione nell’abbattimento dei tanti oneri che gravano direttamente e indirettamente sugli attori del turismo: imposte e spese amministrative”. Infine, il riposizionamento dell’offerta sui turisti stranieri o sulla fascia turistica alta e altissima rappresenta una strada alternativa indicata dal 34% degli imprenditori intervistati, ma anche essa si basa sul cambiamento di molti aspetti dell’offerta e sul rafforzamento dell’attrattività delle destinazioni.