Ad un anno dallo scoppio della Primavera araba, l’industria del turismo della Giordania ha perso un miliardo di dollari. È quanto reso noto oggi da fonti ufficiali. Nel corso di una visita al sito archeologico di Petra, il ministro del Turismo giordano, Nayyef al Fayyes, ha fatto sapere che il governo sta lavorando per ridurre l’impatto negativo provocato dalla riduzione dell’afflusso di visitatori nel Paese attraverso l’avvio di nuovi progetti nelle aree di maggiore interesse turistico. Secondo fonti ufficiali, le perdite più importanti sono dovute, da un lato, alla cancellazione delle prenotazioni e, dall’altro, al calo del numero di passeggeri provenienti dagli aeroporti vicini. Negli ultimi mesi, il numero insufficiente di viaggiatori ha portato la compagnia di bandiera Royal Jordanian ad interrompere i collegamenti con alcuni scali europei e regionali, nonché ad eliminare alcuni velivoli della propria flotta per contenere le perdite. Dall’inizio delle rivolte arabe che hanno portato alla caduta dei regimi di Ben Ali, Mubarak e Gheddafi, anche in Giordania le proteste degli attivisti si sono sollevate. Il malumore si è propagato per lottare contro la dilagante corruzione e per chiedere alcune importanti modifiche costituzionali in grado di interrompere le forti ingiustizie sociali esistenti nel Paese.