Nel 2010 hanno registrato, complessivamente, un miliardo di euro di fatturato e 11 milioni di pernottamenti. Sono i 200 comuni inseriti nel club dei ‘Borghi più belli d’Italia’, associazione nata nel 2001 all’interno dell’Anci e pronta a vivere, ai primi di settembre sui colli piacentini, il proprio Festival nazionale, giunto alla sua sesta edizione. La prima in Emilia-Romagna, regione che regala al club dieci borghi, in cui sono attesi oltre 40.000 visitatori. Sede della rassegna, in programma dal 2 al 4 settembre, Castell’Arquato e Vigoleno, nel Piacentino, mentre un’appendice verrà vissuta il 12 novembre a Dozza, nel Bolognese, quando si terrà il primo ‘Workshop dei Borghi più belli d’Italia’ ed il primo ‘Meeting degli operatori del Turismo sociale collettivo’ ed una trentina di operatori provenienti dai principali Paesi dell’Ue incontreranno operatori turistici dei borghi aderenti al club. “Siamo arrivati alla sesta edizione del ‘Festival dei Borghi più belli d’Italia’ – ha dichiarato il presidente dell’associazione Fiorello Primi – Ogni anno in una regione diversa. Lo scorso anno è toccato alle Marche, questo all’Emilia-Romagna ed il prossimo alla Puglia, nel borgo di Roseto Valfortore. L’intenzione è quella di mostrare lo stile di vita di questi luoghi disseminati per il Paese, oltre a svelare il fascino dell’Italia nascosta”. Al Festival, nei borghi di Castell’Arquato e Vigoleno, saranno presenti, con i loro stand, un centinaio di comuni aderenti al club provenienti da tutte le regioni e parteciperanno anche delegazioni straniere in arrivo da Francia, Belgio, Portogallo, Germania, Grecia, Giappone, Russia e Romania, nazioni in cui si sono sviluppate associazioni simili. “Questo Festival – ha osservato l’assessore regionale al Turismo Maurizio Melucci – ci dà la possibilità di puntare i riflettori su un territorio, quello Piacentino, incredibile ma non troppo considerato, nell’immaginario collettivo, a livello turistico, malgrado rappresenti un pezzo forte d’identità dell’Italia intera. Il nostro intento – ha proseguito – è di diffondere il turismo in tutta la regione e non solo sulla costa: quanto a presenze ed arrivi, il turismo non balneare pesa, in Emilia-Romagna, per il 20%”. Infine, ha sottolineato Melucci, va registrata l’importanza della riflessione sul turismo sociale che “non è solo il turismo degli anziani, ma quello della sostenibilità, dei giovani e delle famiglie: un turismo molto importante – ha chiosato – non solo della terza età”.