Halldis ha supportato la prima edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo. “Halldis ha da sempre due anime: il mattone da un lato, il digitale dall’altro – ha affermato il suo fondatore Pietro Martani – Abbiamo sposato questa ricerca perché ne condividiamo valori e obiettivi, e perché siamo interessati in modo particolare a seguire l’evoluzione del nuovo viaggiatore che si è configurato proprio a partire dalla rete e che tanto può insegnare agli operatori”. Quali opportunità e quali minacce apre l’innovazione digitale nel turismo? Alla luce di queste, come si sta riconfigurando la relazione tra canali fisici e digitali? E la relazione con il viaggiatore/cliente? Queste le grandi domande cui il Politecnico di Milano ha cominciato a rispondere con la prima edizione dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo. Dallo studio emerge che, mentre per i trasporti l’on line è uno strumento di prenotazione consolidato, il transato digitale delle strutture ricettive rappresenta una quota minore del mercato italiano ed il suo tasso di crescita è molto più contenuto. Se il primo infatti cresce del 10% rispetto al 2013, il secondo si arresta al 4%. La ricerca rileva inoltre che il canale principale di prenotazione è quello diretto, sia esso legato alla struttura (44%) o alla catena (20%), mentre gli intermediari sia on line che fisici coprono il restante 36%. Mentre questi dati sicuramente rispecchiano il mercato degli hotel in Italia, nettamente prioritario sul campione analizzato, Halldis, basandosi sulla propria conoscenza del mercato degli affitti temporanei, ritiene che la gestione di appartamenti e case vacanza in Italia abbia logiche un po’ diverse. Il mercato italiano infatti è estremamente frammentato e composto da operatori talmente piccoli che spesso non sono dotati di un sistema di e-commerce sul proprio sito. Oppure, nel caso ce l’abbiano, è più facile che l’utente preferisca prenotare direttamente sull’Olta che conosce già e di cui già si fida. Ecco perché gran parte del prenotazioni on line di appartamenti e case vacanza passa dalle Olta o dai siti verticali specializzati. I dati, inoltre, parlano di una scarsa capacità delle strutture ricettive di attrarre on line gli stranieri. Del mercato digitale delle strutture ricettive, infatti, solo il 38% è rappresentato dall’incoming, con una crescita dell’1% rispetto all’anno passato. Per gli affitti temporanei, questo dato è ancora più vero e legato a più livelli al fattore linguistico. Nel caso in cui la struttura sia presente su Olta o siti specializzati, è molto probabile che la sua scheda sia tradotta in automatico su tutte le lingue del sito, ma non è altrettanto probabile che il gestore sia in grado di rispondere alle richieste. Ed avendo l’Italia un mercato mondiale che accoglie turisti da Russia, Germania, Francia, Giappone e Medio Oriente, l’inglese è oggi requisito necessario, ma non sufficiente. Inoltre, se il cliente è una famiglia o un’azienda, come spesso accade negli appartamenti, già nelle primissime fasi di contatto vengono richieste numerose informazioni e più dettagliate rispetto alla camera d’albergo su cui basare la scelta. Saper rispondere diventa un requisito fondamentale. “Pur essendo nel mercato degli affitti temporanei, abbiamo raggiunto una struttura e una dimensione tali da esserci riconosciuti nei risultati emersi dall’Osservatorio – ha continuato Martani – Abbiamo una presenza diretta on line tramite siti proprietari multilingue dotati di sistemi di e-commerce. La gran parte delle prenotazioni arriva da questi canali e non da siti terzi. Detto questo, da anni adottiamo una logica distributiva multicanale on ed offline, fatta anche da intermediari tradizionali poiché una larga fetta di mercato si rivolge ancora a loro”. Per questo motivo Halldis ha investito nella creazione di una piattaforma ad hoc per gli intermediari e da anni ha rapporti di collaborazione consolidati con TMC, agenzie di relocation e di viaggi.