Grecia tra speranze e timori

GreciaOggi l’Eurosummit a Bruxelles dove i capi di governo dei 18 affronteranno la questione del debito della Grecia e si deciderà il destino del Paese: dentro o fuori dall’euro. Intanto, mentre ad Atene è sempre più difficile trovare uno sportello automatico con contante disponibile, il Paese è divenuto una sorta di immenso banco scommesse in cui analisti politici, editorialisti e persone comuni dicono la loro. Opinione prevalente, però, è che il governo greco ed i creditori raggiungeranno in extremis un compromesso e che la Grecia rimarrà nell’Ue e nell’euro. E’ però anche impressione diffusa, ed è quella che spaventa di più, che dagli incontri di domani scaturirà anche un terzo Memorandum, molto più pesante di quello che era stato concertato con la troika dall’ex premier Antonis Samaras e dal suo ministro delle Finanze Gikas Hardouvelis. Il programma firmato da quest’ultimo, infatti, per il bilancio 2015-2016 prevedeva un deficit tra gli 800 milioni ed il miliardo di euro, mentre adesso si parla di qualcosa fra i 5,5 ed i 6 miliardi. Tra i greci che più di tutti sperano che l’impasse tra governo e creditori si sblocchi al più presto ci sono senza dubbio quelle decine di migliaia che operano nel settore del turismo che, da solo, genera il 17% del Pil della Grecia. L’anno scorso nel Paese sono arrivati 22 milioni di turisti che vi hanno speso più di 13 miliardi di euro. “Ma quest’anno non andrà così bene – predice Ioanna Steliou, 35 anni, che fa la guida turistica sull’isola di Creta – Gli stranieri sono spaventati da quello che potrebbe succedere in caso di Grexit. Temono di non poter prendere i soldi dal bancomat o di non poter usare le carte di credito. Da febbraio negli alberghi fioccano le disdette, soprattutto dalla Gran Bretagna e dai Paesi scandinavi. Gli altri anni cominciavo a lavorare ad aprile, quest’anno, in pieno giugno, non ho ancora avuto un gruppo da portare in giro”. E conferma che gli hotel dell’isola sono quasi vuoti con i più fortunati che hanno clienti sufficienti a coprire solo un terzo dei posti letto disponibili.