Nuova puntata del capitolo trasferimento delle funzioni del Dipartimento del Turismo al Mibac, il ministero delle attività e beni culturali, inserito in un emendamento al decreto legge cosiddetto “piombino” presentato dal senatore, nonché presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca. In un nuovo documento sottoscritto dal personale dell’ufficio per le politiche del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri si sottolinea che “il nodo della vicenda non sono gli stipendi dei dipendenti, perché quando ci sono trasferimenti, e lo sappiamo per esperienza, lo stipendio segue il personale. Sì, perché noi dipendenti, in questi ultimi anni, abbiamo fatto turismo in tutti i sensi. Siamo passati dal Ministero del Turismo e dello Spettacolo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri come Dipartimento del Turismo. Nel 2000, altra legge! Così siamo passati al Ministero delle Attività Produttive quale direzione generale. Nel 2006, un decreto-legge ci ha riportato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri come Dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo per essere poi, con un semplice decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2012, trasformati in ufficio per le politiche del turismo all’interno del Dipartimento per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport. Ora, con un emendamento governativo si è ritenuto urgente inserire il trasferimento dell’ufficio al Mibac. Le conseguenze? Proprio a causa di queste ripetute riorganizzazioni ci sono stati continui blocchi e rallentamenti delle attività, con ovvie ripercussioni sulla nostra capacità di incidere in maniera tempestiva ed efficace e di programmare azioni sinergiche. Ora – si denuncia nel documento – siamo alla paralisi in questo momento così difficile per le imprese del settore e, quindi, per l’economia del Paese che probabilmente durerà per 3 o 6 mesi, e poi bisognerà ricominciare. La situazione di incertezza sulla sorte del turismo ha fatto si che, fino al 12 giugno, non è stata delegata nessuna autorità amministrativa per la firma di tutti quegli atti a rilevanza esterna che incidono sul mercato turistico, per non parlare dei provvedimenti di pagamento nei confronti delle enti regionali e locali, dei consumatori, etc. Le cose che erano in cantiere rimangono completamente paralizzate ed è per questo che abbiamo affermato: ‘niente progetti innovativi, niente reti di impresa, niente fondo per la sicurezza dei turisti in montagna, blocco degli stipendi per l’Enit- Agenzia Nazionale del Turismo, perdita dei fondi poat, blocco dei progetti di eccellenza con le regioni e delle attività di promozione, già previste, italia-usa e Italia-Russia, affossamento di programmi comunitari, etc…’. Infatti, sono bloccati, e lo saranno per altri 6 mesi, oltre 100 milioni di trasferimenti alle Regioni per i progetti di eccellenza, 8 milioni per le reti di impresa, 10 milioni per i progetti innovativi degli enti locali, oltre 5 milioni per gli ultimi 2 anni di contributi ad enti locali e associazioni per la promozione del turismo, oltre 5 milioni per i buoni vacanze, oltre 3 milioni per circa 2000 pratiche di rimborso ai consumatori per il fondo di garanzia, 6 milioni per l’alta
ormazione professionale, 10 milioni per la programmazione di fondi strutturali. Non si trasferiscono risorse dovute all’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo per l’agevolazione rilascio visti turistici (1.600.000 euro) e per la promozione anche dell’Expo (circa 3 milioni) e rischiano di non arrivare
42 milioni a favore degli operatori delle regioni convergenza. Per non parlare, poi, del rischio che vengano trasferite, con notevole ritardo, le risorse a favore
dell’Enit – Agenzia Nazionale del Turismo, del Cai e del corpo nazionale del soccorso alpino. L’attuale emendamento comporterà, inoltre, una ulteriore paralisi delle attività dovute a tutte le complesse procedure di trasferimento al
ministero per i beni e le attività culturali delle risorse umane, strumentali e finanziarie, nonchè l’impoverimento delle risorse, prevedendone la spartizione a più ministeri”.
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