Filippetti denuncia l’immobilismo del Governo in merito a misure legislative ad hoc per il settore turistico
Un comunicato stampa duro, un affondo che ha un chiaro significato: la pazienza è finita. Il Presidente di Astoi Confindustria Viaggi, Nardo Filippetti, esplicita la propria delusione per il nulla di fatto in ambito di misure legislative ad hoc per il settore turistico e per il comparto dei tour operator e delle agenzie di viaggi. “Abbiamo ascoltato fiduciosi le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta, del Ministro per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo Massimo Bray e quelle del Sottosegretario con delega al turismo Simonetta Giordani, i quali hanno ripetutamente annunciato prima un decreto e poi un pacchetto di interventi studiati per il rilancio del settore. Si parla da mesi, in modo schizofrenico, di un ‘Decreto valore turismo’ ma anche di ‘un set di misure’ in procinto di essere varato. A fronte degli slittamenti registrati day by day e delle crescenti criticità che imprese e lavoratori affrontano quotidianamente in completa solitudine, sollecitiamo l’attenzione delle Istituzioni affinché non indugino oltre”. Fino a qui i toni sono i soliti, ma si alzano in fretta: “Ciò che continuiamo a constatare, ormai con sempre minor stupore – commenta Filippetti – è la non volontà e l’incapacità della politica di rendersi conto del valore e del peso economico di un settore che ha tutte le potenzialità per essere il vero, e forse l’unico, driver per l’uscita dalla crisi economica di questo Paese. Ci sono altri Paesi, come ad esempio la Spagna, che l’hanno capito da tempo e che stanno facendo del turismo la propria ancora di salvezza. Fino ad oggi il nostro settore, che dovrebbe essere considerato la vera industria nazionale e che è rimasto praticamente il solo a generare ancora occupazione – prosegue il Presidente – ha patito l’insensibilità e l’indifferenza di tutti i Governi, presenti e passati. In una situazione di crollo dell’economia e di disoccupazione galoppante non è veramente più accettabile rimanere a guardare, mentre il tempo continua a scorrere inutilmente. Altro errore, a nostro parere oggi più che mai evidente – denuncia ancora Filippetti – è stato l’accorpamento del Dipartimento del Turismo al Ministero per le Attività e i Beni Culturali. Siamo stufi di questo eterno e sfinente balletto delle competenze, iniziato nel 1993 con l’abrogazione dell’allora Ministero del Turismo e dello Spettacolo e proseguito ad oltranza; siamo stanchi di questo eterno immobilismo e di un’incuria che dura da troppo tempo. Il nostro settore necessita di un approccio industriale, di interlocutori in grado di dare risposte concrete a tutte le imprese che compongono la filiera turistica che, lo ricordiamo, non sono solo quelle alberghiere ma, ad esempio, anche tour operator e agenzie di viaggi, che su circa 1milione e 100mila occupati, stima WTTC, contribuiscono con circa 36.000 addetti. Le nostre imprese hanno bisogni specifici e necessitano dunque di risposte su misura”. Il comunicato cita diversi esempi di richieste inoltrate a più referenti istituzionali, a partire da un vero Fondo di Garanzia “il cui malfunzionamento ha fatto subire all’Italia una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea, alla quale non sono state ancora fornite risposte concrete”, fino all’istanza prioritaria “per il 2014 di mettere mano alle lacunosità ed allo scarso equilibrio che caratterizza la normativa che regolamenta l’attività dei tour operator, inserita nell’attuale articolato del Codice del Turismo, in merito alla quale abbiamo proposto altri urgenti correttivi”. Filippetti informa inoltre che l’Associazione sta partecipando “ai lavori sulla revisione della Package Travel Directive (Dir. CEE 314/90) che, una volta emanata dall’UE e recepita dal nostro Paese, sostituirà l’attuale impianto del Codice. Ci auguriamo di riuscire ad incidere su entrambi i fronti perché, se così non fosse, l’attività del comparto ne sarebbe fortemente penalizzata. Anche in tale ultimo caso, lo ribadiamo, è necessario avere interlocutori capaci di supportare con forza le nostre istanze a livello europeo”. La chiusura del Presidente è amara: “I fronti su cui agire, insomma, sono numerosi, ma ove nessuno si dimostri in grado di dare una brusca accelerazione e di compiere fatti concreti, il prezzo da pagare per questo Paese sarà molto salato”.