Federcongressi prende le distanze dal Convention bureau nazionale

Federcongressi&eventi prende atto della decisione del Ministro Brambilla che, per il tramite di Promuovi Italia, agenzia di supporto per l’occupazione e lo sviluppo dell’industria turistica, controllata al 100% da Enit ed azionista unica del Convention bureau nazionale, a seguito di un’assemblea straordinaria della società ha cambiato lo statuto del Convention bureau riducendone da cinque a tre i membri del Consiglio d’Amministrazione e rinnovandone per i due terzi la composizione. Paolo Zona, presidente di Federcongressi&eventi, non fa più parte del CdA, come neppure altri tre dei cinque componenti il precedente consiglio (Margherita Bozzano, Laura Colombo ed Eugenio Magnani). “Il nuovo presidente Mario Resca, l’amministratore delegato Paolo Rubini e Rino Lepore, titolare dell’Harry’s bar di Roma, che sono i tre componenti del nuovo CdA – dichiara Zona – sono tre persone rispettabilissime ma prive di specifica e continuativa esperienza nella meeting industry. Oltretutto, così composto, il CdA non accoglie in seno alcun rappresentante delle imprese del settore, ruolo che, di fatto, nel precedente consiglio ricoprivo io. Ci chiediamo – continua Zona – quale e quanta strada possa fare un organismo così poco rappresentativo e ancora privo di un benché minimo piano industriale. Pertanto l’associazione si dissocia, da oggi, da qualsiasi decisione che il Convention bureau vorrà assumere. Federcongressi&eventi guarda invece con attenzione ed interesse al progetto interregionale MICE Italia, profilato nell’ambito dei progetti di eccellenza per i quali lo Stato ha da tempo stanziato risorse e dedicato allo sviluppo ed alla qualificazione dell’offerta congressuale, presentato il mese scorso a Roma e che nei prossimi mesi sottoscriveremo. Il progetto si ispira a quell’idea di networking tra istituzioni territoriali e imprese già fautrice, negli anni passati, del successo di Italia for Events”. Durante la Convention nazionale di Federcongressi&eventi, pochi giorni dopo essere stato designato componente del trascorso CdA, Paolo Zona aveva espresso le sue perplessità in merito all’atto costitutivo ed allo statuto dell’ente. Esso stesso, infatti, in ciò derogando al Codice civile che demanda questo compito ai Consigli d’Amministrazione, attribuiva pressoché ogni delega al consigliere delegato Rubini, privando di fatto il CdA dei propri poteri. “Al di là delle considerazioni tecniche – conclude Zona – una struttura di governance come questa ha annullato di fatto le competenze dei Consiglieri d’Amministrazione, rischiando di ridurre drasticamente la trasparenza e la democraticità della gestione operativa, elementi che a mio parere sono essenziali in una società di interesse pubblico”.