“La legislazione italiana non è adeguata ai tempi in quanto una recensione diffamatoria pochi minuti dopo essere stata pubblicata è visibile in rete da milioni di persone, senza che la parte lesa disponga di effettivi strumenti di tutela. Un grande Paese turistico come l’Italia non può permettersi il lusso di consentire che, grazie allo schermo dell’anonimato, i professionisti della denigrazione e dell’autocelebrazione elettronica continuino ad operare indisturbati”. Lo ha affermato in una nota Federalberghi, prendendo spunto dalla decisione dell’autorità britannica di controllo sulla pubblicità (Advertising Standard Authority) di censurare ufficialmente TripAdvisor. L’Asa, viene ricordato, ha rilevato che le recensioni possono essere pubblicate su TripAdvisor senza nessuna forma di verifica e che false recensioni vengono pubblicate senza essere riconosciute. Secondo l’Autorità, TripAdvisor non può pertanto affermare di offrire consigli affidabili formulati da viaggiatori reali. Già in passato, viene sottolineato, “Federalberghi ha presentato alle forze politiche ed al Governo italiano un pacchetto di proposte volte ad assicurare che il diritto di esercitare la libertà di manifestazione del pensiero garantito dalla nostra Costituzione non si trasformi nella licenza di offendere e vilipendere senza doverne rispondere”. Col medesimo obiettivo, a livello europeo, Federalberghi e le altre associazioni aderenti all’Hotrec (Hotel-Restaurant-Cafè in Europe) hanno elaborato un codice di condotta per invitare i grandi portali turistici ad assicurare la trasparenza delle informazioni.
Laura Iannone