Expo 2015 fa tappa a New York

Expo Milano 2015“L’Expo 2015 sarà educazione ed innovazione, ma soprattutto piacere”. A prometterlo è stato Piero Galli, a capo della divisione per la gestione evento di Expo 2015. Galli ha parlato da New York, dalla sede dell’Italian National Tourist Board, al XIX piano di uno dei grattacieli del Rockefeller Center. Ad ascoltarlo c’erano decine di operatori turistici americani convenuti per valutare cosa l’Expo milanese dedicata al tema del cibo potrà offrire ai loro clienti. Cinque aree tematiche per scoprire e conoscere le grandi questioni legate al mondo dell’alimentazione, oltre che una straordinaria concentrazione di ristoranti da ogni parte del mondo e padiglioni realizzati dai più grandi architetti viventi. Nel complesso, ha detto Galli, all’Expo di Milano sono attesi venti milioni di visitatori, di cui 12-14 milioni di italiani e 6-8 milioni di stranieri. “Abbiamo stimato che l’impatto sul Pil italiano sarà di 10 miliardi di euro, mentre quello sul valore aggiunto addizionale di altri 25 miliardi di euro. Inoltre saranno creati 200.000 nuovi posti di lavoro”, ha dichiarato Galli a margine del suo intervento. Per lui l’Expo 2015 sarà un’occasione di riscatto per l’Italia, la possibilità di riconquistare “la quota di mercato del turismo persa” per una gestione sbagliata del settore. “In Italia non c’è nulla da inventare di nuovo – ha detto – c’è tutto, ma dobbiamo metterlo insieme in modo corretto. La vera eredità dell’Expo sarà l’impatto sul turismo”. In generale, ha chiarito Galli, la consapevolezza sull’evento sta crescendo in tutto il mondo. A dimostrarlo sono “le ricerche di mercato che facciamo, 30.000 interviste in 25 Paesi ogni sei-sette mesi”. Ad attendere l’Expo 2015 sono soprattutto i Paesi asiatici dove l’Expo c’è già stato, mentre in “Europa è ancora visto come qualcosa del passato e per promuoverlo bisogna toccare le corde giuste a seconda dei Paesi”. Per facilitare il flusso di turisti previsto dalla Cina, il ministero degli Esteri si è messo in modo e ha velocizzato le procedure per l’emissione dei visti. “La Cina riusciva a produrre 280.000 visti l’anno. Adesso ha la capacità raddoppiata e i tempi di emissione sono scesi da tre mesi a tre giorni”. Soddisfacente, ha aggiunto Galli, anche il riscontro da parte dei 147 Paesi rappresentati nella manifestazione, primi tra tutti gli Stati Uniti che per il loro padiglione prevedono una spesa di 60 milioni di dollari. Resta però incerta la presenza di India ed Ucraina: la prima per questioni diplomatiche legate alla vicenda dei Marò, la seconda per la tragica crisi che sta attraversando.