Ammonta a cinque milioni il numero di vacanzieri in meno nell’estate 2013 rispetto al 2012. A confermarlo è un sondaggio condotto da Confesercenti-Swg e riportato dal ‘Sole 24 Ore’ di ieri, secondo il quale saranno 18 milioni gli italiani che non si muoveranno da casa. A restare tra le mura domestiche a causa della crisi saranno in 14 milioni, dice il sondaggio, 5 milioni in più del 2012 (gli altri 4 milioni sono quelli che già normalmente non vanno in vacanza d’estate). Un crollo verticale, che nell’arco di tre anni ha portato la quota di mercato di chi si sposta in estate dal 79% del 2010 al 58% del 2013. “In un solo anno sono stati persi otto punti percentuali”, rileva Confesercenti. La questione economica appare dominante per le famiglie italiane: un italiano su due (il 53%) lega la rinuncia alla disponibilità, mentre sale dal 39 al 44% il numero di coloro che giudicano determinante il reddito disponibile per decidere se partire. Quest’anno la vacanza degli italiani vale 24,5 miliardi di euro, con una spesa media procapite di 961 euro, inferiore rispetto ai valori pre-crisi, pari a 1.056 euro nel 2008. Agosto, il mese tradizionalmente più richiesto, secondo l’indagine segna già una flessione nelle preferenze degli italiani, passando dal 55% del 2012 al 52% di quest’anno. Per questioni di risparmio, invece, sale di 4 punti la domanda di vacanza nel mese di giugno e di due punti quella per luglio. Tra le nuove tendenze svelate dal sondaggio Confesercenti c’è la difficoltà a staccarsi dal posto di lavoro, tanto che sono quasi 10 milioni gli italiani che si portano il computer in vacanza per lavorare o leggere la posta. Cresce, inoltre, il numero di coloro (20% del campione) che sono indotti a prendere giorni di ferie forzate a causa delle difficoltà delle imprese. Invariata la durata dei soggiorni, che dal 2009 si attesta sui 12 giorni, contro i 14 del 2008. Le mete più gettonate sono il mare (al 50%, ma era il 73% nel 2006 ed il 53% nel 2012), all’estero la Spagna (27%), in Italia Emilia-Romagna e Sicilia (14%). Aumenta di tre punti in un anno l’opzione città d’arte (dall’11 al 14%), mentre a cedere sono Francia, Grecia e Croazia. Stabile la montagna. Riposo, passeggiate e attività culturali le principali motivazioni segnalate dai rispondenti al sondaggio. L’auto resta in pole position nei mezzi utilizzati per gli spostamenti (64%), seguita dall’aereo (25%) e dal treno. Nella tipologia di sistemazione le strutture alberghiere perdono 3 punti (dal 37 al 34%), mentre cresce la ricerca di case in affitto e di bed & breakfast. Tra i servizi più ricercati, il collegamento wi-fi. Segnano il passo agriturismi e campeggi.
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