Bufera giudiziaria sull’Enit, scattano le indagini per la nomina di Babbi

Andrea BabbiL’altro giorno Renzi lamentava l’assenza di un brand Italia. Tale ‘vacatio’ risuona ancora più cupa in questi giorni che vedono l’intero consiglio di amministrazione dell’Enit, l’Agenzia Nazionale per il Turismo, indagato dalla procura per la nomina a direttore generale di Andrea Babbi. Lo riferisce il ‘Corriere della Sera’ odierno, nelle pagine dedicate alla cronaca di Roma: “Al presidente Pier Luigi Celli viene contestato l’abuso d’ufficio, mentre agli altri componenti del consiglio di amministrazione, che avrebbero avuto un ruolo marginale nella vicenda, il pm Erminio Amelio e l’aggiunto Francesco Caporale contestano l’omessa denuncia. Celli, già direttore generale della Luiss, nega ogni addebito: ‘Ho avuto il via libera del direttore di dipartimento del ministero'”. La nomina di Andrea Babbi a direttore generale avrebbe violato, sostiene il pm della Corte dei Conti Paolo Crea, la spending review del governo Monti, generando un aggravio di costi per un ente già sotto i riflettori a causa dei suoi sprechi, con tanto di successivo commissariamento. “Babbi a sua volta – continua il quotidiano – avrebbe omesso di dichiarare precedenti cariche in conflitto col ruolo che andava ad assumere: ‘È un incarico che mi è stato assegnato in mia assenza e nella vicenda sono solo soggetto passivo – dice Babbi -. Ho aspettato quattro mesi per entrare in carica, affinché la nomina fosse vagliata e approvata dai legali del ministero. Mi sono ridotto lo stipendio da 178 a 150 mila euro annui, ho rinunciato agli incarichi in conflitto ed il ministro Franceschini, come quelli che lo hanno preceduto, hanno in mano le mie dimissioni in bianco dal primo giorno del loro insediamento come atto di onestà’. Tra gli altri, Babbi è amministratore delegato di Iscom (25mila euro lordi annui), società di consulenza che ha tra i suoi clienti anche il ministero per le Attività Produttive e le Regioni Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna, Lombardia e Sicilia. Oltre alla nomina in sé – aggiunge il Corriere – irregolarità sarebbero state accertate anche nella procedura per portala a termine. Nella prima delle sue due perquisizioni in via Marghera, sede dell’agenzia, il Nucleo tributario della Finanza ha acquisito anche il verbale del Cda in cui Celli annuncia la nomina ‘dopo aver vagliato i curricula dei candidati’. Circostanza che sarebbe in realtà falsa”. Altro tasto dolente è la situazione di PromuovItalia, in liquidazione e protagonista di inchieste penali ed amministrative, con “manager che avrebbero taroccato le proprie buste paga, procedure irregolari sui tfr, accesso abusivo al sistema informatico aziendale nel tentativo di cancellare dati scottanti”. Un altro organismo di promozione turistica al vaglio della magistratura, dunque. E poi ci si lamenta che l’Italia non sappia promuoversi. Con questi chiari di luna, è già un miracolo attrarre ancora qualcuno che si lascia stregare dalla nostra bellezza cui troppo spesso non corrisponde affatto, ahinoi, un agire specchiato.