Nonostante il turismo gay internazionale porti ogni anno nelle casse degli italiani 3,2 miliardi di euro, gli alberghi italiani, in particolare quelli romani, si dimostrano tra i più omofobi in Europa. A certificarlo è stata l’Arcigay nazionale, presieduta da Paolo Patanè, commentando i dati sul tasso di omofobia delle strutture alberghiere diffusi dal portale Hrs.com. Secondo HRS.com, infatti, a Roma, su oltre 600 alberghi partner, soltanto il 12% del totale, circa 1 su 10, inserisce tra le caratteristiche della propria offerta la dicitura ‘hotel per gay e lesbiche’. Il tutto alla vigilia della stagione turistica e all’indomani dell’EuroPride 2011, la parata gay, lesbo e trans che ha portato nelle vie della Capitale, secondo le stime degli organizzatori, oltre 1 milione di turisti. Sonora la bocciatura di Patanè, intervenuto a KlausCondicio, il programma tv di Klaus Davi in onda su YouTube e visibile al link http://www.youtube.com/user/klauscondicio. “Quella degli alberghi ‘gay friendly’ non è una questione irrilevante. Registriamo continuamente segnalazioni di casi di omofobia nelle strutture ricettive, un numero infinito di casi fastidiosi anche in strutture impensabili, eleganti, che in teoria dovrebbero avvalersi di personale formato e preparato. Al contrario, registriamo una totale impreparazione ai differenti orientamenti sessuali ed alle differenti identità di genere. Le persone gay, lesbiche e trans che si recano negli alberghi – continua Patanè – vivono troppo spesso situazioni imbarazzanti: si pensi alle coppie dello stesso sesso che prenotano una camera matrimoniale e che si vedono assegnarsene una doppia perché il personale, vedendo due uomini o due donne, presume che la richiesta debba essere reinterpretata e riformulata. C’è una responsabilità da parte delle associazioni degli albergatori – denuncia Patanè – ed in generale delle aziende turistiche, che dovrebbero tener presente due tipi di motivazioni: quella ideale, quindi il rispetto di qualunque modo di essere di qualunque persona, e quella economica, tenere cioè conto di un segmento di mercato di grande rilievo”. Rincara la dose Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay e consigliere regionale dell’Idv in Emilia Romagna, che a KlausCondicio dichiara: “Ci saremmo aspettati dagli albergatori un atteggiamento decisamente più aperto, quantomeno per motivi prettamente commerciali, visto che grazie all’EuroPride a Roma c’erano 1 milione di persone. Ma come attesta la ricerca della multinazionale HRS.com, abbiamo effettivamente constatato un atteggiamento di chiusura e di pregiudizio che non solo non ha più ragione di essere da un punto di vista politico generale, ma che diventa masochista sul piano commerciale. E’ noto che l’offerta turistica italiana, soprattutto alberghiera, lascia molto a desiderare, e questa incapacità di aprirsi ad un modello di turismo più aperto, più tollerante e civile – conclude Grillini – fa il paio con strutture alberghiere che non sono certamente al passo con l’Europa neanche in termini di qualità e di prezzi”.