Alitalia, niente accordo fra i soci sul debito

Alitalia, la soap opera continua. Ieri, infatti, è stato rinviato il consiglio di amministrazione fissato per deliberare un finanziamento soci da 200 milioni di euro, al fine di assicurare il carburante necessario per volare almeno fino all’estate, mentre gli azionisti cercano un compratore all’estero. Intanto, non c’è accordo tra i venti soci italiani di Alitalia-Cai sul rifinanziamento della compagnia aerea, con il capitale ormai azzerato dalle perdite ed in crisi di liquidità, mentre i debiti finanziari si aggirano sul miliardo di euro. Secondo quanto riferisce oggi “Il Sole 24 Ore”, il cda rinviato potrebbe tenersi il 12 febbraio. Frattanto l’incidente di Carpatair ha aggiunto tensione ad una situazione già non facile. Un gruppo di soci Alitalia più piccoli, guidati da Salvatore Mancuso del fondo Equinocse e titolari di circa il 20% del capitale, non vuole mettere soldi e contesta la linea ‘filofrancese’ del presidente Roberto Colaninno e la gestione dell’amministratore delegato Andrea Ragnetti. Se la situazione non cambia, i finanziamenti arriveranno soprattutto da Intesa Sanpaolo ed Air France-KLM, mentre non è scontata l’adesione di tutti gli altri grandi soci, Colaninno, Emilio Riva, i Benetton con Atlantia, Toto, Angelucci. In attesa di una decisione del cda, Banca Intesa è il socio che rimane decisivo per fornire ossigeno sia alla compagnia aerea, sia a diversi soci dell’Alitalia privata voluta nel 2008 da Silvio Berlusconi, il quale lanciò questo progetto in nome dell'”italianità”, per impedire che la comprasse Air France-KLM. Berlusconi ha ripetuto ieri la sua contrarietà ad una vendita ai francesi. Quel progetto è costato 3 miliardi ai contribuenti. Adesso i soldi all’Alitalia sono finiti e gli italiani vorrebbero vendere. Ma il compratore ipotizzato, di nuovo Air France-KLM che con il 25% è rientrata in partita come primo azionista della società, non accetta le richieste dei venditori, che vorrebbero farsi riconoscere gli 847 milioni versati a fine 2008 più un sovrapprezzo fino al 30%: semmai, fa notare una fonte autorevole, i francesi, che pagherebbero con azioni della holding Air France-KLM, potrebbero riconoscere circa il 20% dell’importo, cioè 170-200 milioni. Cai ha comunque bisogno di denaro fresco. C’è una crisi di liquidità, già nel cda del 28 gennaio è emersa, come proposta compromesso, quella di un finanziamento soci di circa 200 milioni, ognuno pro quota: un prestito ponte fino all’estate. Un’alternativa possibile ai francesi è l’ingresso nel capitale di una compagnia araba, ma solo con una quota di minoranza. Si è fatto il nome della Etihad Airways di Abu Dhabi, già azionista con il 29,2% di Air Berlin. Il numero uno del vettore, James Hogan, ha però detto ieri che Etihad non ha trattative in corso con Alitalia oltre agli accordi commerciali di code sharing. In compenso, rumori di mercato parlano di un interesse da parte di Aeroflot, intenzionata ad espandere la propria attività sulle rotte occidentali. La compagnia russa, per il 51% in mano allo Stato, avrebbe i fondi necessari per un’operazione di acquisizione, grazie ad un aumento di fatturato ed a profitti in continua crescita. I francesi non hanno fretta: più passa il tempo, più le perdite abbattono il valore di Alitalia. Insomma, la soap opera sulla compagnia aerea tricolore, appunto, continua.