Questione di meteo ma anche di nodi tutti da sciogliere. Come riferisce ‘Il Sole 24 Ore’ di oggi, “un clima rovente ha accolto ad Abu Dhabi i vertici dell’Alitalia-Cai per l’incontro con Etihad Airways. Il presidente Roberto Colaninno e l’amministratore delegato Gabriele Del Torchio sono partiti ieri da Malpensa con un volo Alitalia. L’incontro con James Hogan è fissato ufficialmente per oggi, ma già ieri ci sono stati contatti e riunioni telefoniche tra Roma, Milano e Abu Dhabi, dove la temperatura prevista oggi è di 34 gradi. I contatti di ieri, secondo una fonte autorevole, hanno confermato che permangono difficoltà per l’atteggiamento delle banche, alle quali il piano di Etihad per investire nella compagnia richiede un sacrificio di 400 milioni di crediti verso Alitalia (che ha circa un miliardo di debiti finanziari complessivi): i crediti dovrebbero essere cancellati o convertiti in azioni di Alitalia. La banca più esposta – continua il quotidiano di Confindustria – è Intesa Sanpaolo, per circa 280 milioni, inoltre la banca già guidata da Corrado Passera (protagonista dell’operazione Cai nel 2008 voluta da Silvio Berlusconi ) è il primo azionista con il 20,59%. Nelle ultime ore, secondo quanto trapelato, i problemi sarebbero sorti per la resistenza di Unicredit, la banca entrata in Alitalia con l’aumento di capitale concluso in dicembre, ha il 12,99 per cento. Unicredit, secondo indiscrezioni, vanta crediti per 140 milioni su operazioni di factoring, anticipazioni di pagamenti contro fatture, e non è disposta a vederseli decurtare come gli altri debiti contestati da Etihad”. Con l’ostacolo del debito si scontra anche la proposta di creare una ‘new company’ Alitalia con tutte le attività operative, i dipendenti, la flotta ed i preziosi slot aeroportuali. Di questa nuova società Etihad diventerebbe azionista al 40%, o al massimo 49%, sottoscrivendo un aumento di capitale fino a 550 milioni. “La ‘new company’, che sarebbe controllata dall’attuale Alitalia-Cai con una quota tra il 51% e il 60% – spiega ancora l’articolo del ‘Sole 24 Ore’ – non erediterebbe il contenzioso né le pendenze legali e fiscali accumulate in cinque anni dalla Cai, ci sono controversie con WindJet, Carlo Toto e altri per almeno 400 milioni: tutto questo resterebbe nell’Alitalia-Cai, così verrebbe accolta la richiesta di Hogan di non accollarsi alcun rischio del passato”. Intanto il Governo italiano, coinvolto anche attraverso l’azionariato di Poste con il 19,48%, segue l’operazione con il timore che il debito rifiutato da Hogan rimanga nella Cai e diventi l’ennesima bad company. L’altro punto importante è la riduzione del personale. Il numero uno di Etihad avrebbe indicato esuberi secchi fino a 2.600 dipendenti, che potrebbero diminuire sotto i 2.000 per la disponibilità del vettore ad assumere piloti per i suoi voli (ma dovrebbero trasferirsi ad Abu Dhabi). Hogan vuole che il tema esuberi venga risolto prima dell’ingresso azionario di Etihad.
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