Estate 2022: il peso dell’inflazione sulle vacanze degli italiani

Negli ultimi mesi l’inflazione è cresciuta in modo esponenziale diventando una delle principali preoccupazioni per la popolazione a livello internazionale, in alcuni casi superando anche i timori legati al Covid-19 e alla guerra Russia-Ucraina.

In questo contesto la società di ricerca di mercato Ipsos ha lanciato l’Osservatorio sull’inflazione per monitorare gli atteggiamenti dei consumatori in risposta al fenomeno. Gli obiettivi dell’analisi sono molteplici: verificare con continuità il sentiment dei consumatori, con particolare riferimento alla propria situazione economica; esaminare l’impatto sui comportamenti di acquisto in riferimento a specifici mercati e categorie e verificare le contromisure adottate per fronteggiare i rincari del 2022; comprendere le percezioni e le aspettative future dei consumatori sull’andamento dei prezzi.

Secondo la maggioranza degli intervistati l’aumento dei prezzi è dovuto principalmente al conflitto in corso e l’incremento dei costi energetici. Unanime poi la convinzione che gli effetti del rincaro dei prezzi ricadano prevalentemente sul consumatore finale. Nonostante la maggior parte degli italiani dichiari di non prevedere una modifica sostanziale della propria situazione economica, nei prossimi 12 mesi, oltre sette cittadini su dieci si dichiarano preoccupati per l’aumento dei prezzi.

Ma quali sono gli specifici prodotti, beni e servizi che, secondo gli italiani, hanno registrato maggiori aumenti di prezzo nel 2022?

Tra i beni di consumo spiccano i prodotti alimentari percepiti come rincarati da ben il 74% degli intervistati.

È però principalmente la categoria dei servizi ad essere percepita come quella che ha subito i maggiori rincari: benzina e carburanti per l’80% degli intervistati bollette di luce e gas per il 78%.

Anche le attività legate al tempo libero sono percepite come al centro di consistenti aumenti dei costi, aumenti che spingono i consumatori a limitare le spese percepite come superflue e non necessarie.

  • Il 57% degli italiani ha percepito un aumento di prezzi in ristoranti, pizzerie e fast-food;
  • il 35% in viaggi e vacanze
  • il 32% in trasporti (aerei, treni, navi).

In particolare, per quanto riguarda le imminenti vacanze estive il 44% degli italiani si aspetta un ulteriormente aumento dei prezzi nel settore viaggi e vacanze rispetto ai rincari già riscontrati e il 48% del campione attende notevoli rincari nel settore dei trasporti.

A fare le spese della spinta inflattiva sembra potrebbe essere l’intero stile di vita dei consumatori come confermano le dichiarazioni d’intenti degli intervistati dalle quale emerge come sarà proprio il comparto alimentare/horeca che registrerà le maggiori riduzioni di consumi nel breve periodo.

Il 50% degli italiani ha dichiarato, infatti, che diminuirà la frequentazione di ristoranti/pizzerie/fast-food ma anche di bar/pub/locali per aperitivi e, una quota altrettanto considerevole, pari al 46%, adotterà strategie per ridurre i costi di viaggi e vacanze e di conseguenza ridurrà anche l’utilizzo di mezzi di trasporti come aerei/treni/navi.

Infine, il 44% della popolazione limiterà tutte le attività legate al tempo libero fuori casa come teatri/musei/cinema.

I dati che emergono dall’Osservatorio nazionale risultano in linea con quelli rilevati a livello internazionale dall’Osservatorio condotto da Ipsos in collaborazione con il World Economic Forum in base al quale se l’aumento dei prezzi significasse non poter più permettersi l’abituale stile di vita, i consumatori tenderebbero a eliminare quanto ritenuto superfluo e non necessario.