di Antonio Del Piano – E’ stata firmata dal Ministro della Salute Roberto Speranza la nuova ordinanza di Pasqua che dispone, per arrivi e rientri da Paesi dell’Unione Europea, l’effettuazione di un tampone in partenza, la quarantena di 5 giorni ed un ulteriore tampone alla fine dei 5 giorni. L’ordinanza è valida fino al 6 aprile.
Una misura che ha scatenato le polemiche delle associazioni di categoria e degli operatori stessi, lasciando insoddisfatta la richiesta avanzata proprio ieri dal presidente Fiavet Ivana Jelinic di stare attenti a non scatenare quella che potrebbe apparire come una guerra fra poveri.
FEDERALBERGHI: TAMPONE PERMESSO IN AEREO, PERCHE’ NON FARLO ANCHE IN HOTEL?
“La toppa è peggio del buco”, ha dichiarato all’ANSA il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca commentando l’ordinanza. “Noi non volevamo fare assolutamente la guerra agli italiani che andavano all’estero – dice – né tantomeno a tour operator e agenzie di viaggi italiani di cui abbiamo la massima considerazione. Il nostro discorso è solo questo: se il tampone vale per andare all’estero deve valere anche in Italia. Federalberghi è convenzionata con più di duemila centri diagnostici per i tamponi in hotel. Se è permesso salire su un aereo col tampone, sia permesso anche in hotel”.
ASTOI: MISURA CONSEGUENZA DI POLEMICHE ALTRUI
Il fair play di Federalberghi non trova apprezzamento in casa ASTOI che in una nota sostiene che “non si può non leggere questa ordinanza come una conseguenza di tutte le sterili ed inutili polemiche degli ultimi giorni. La mobilità tra Paesi Europei, anche per motivi di turismo, è in consentita dallo scorso maggio e l’Italia non ha mai adottato la quarantena in entrata, ad eccezione di alcuni casi specifici. Si tratta, quindi, di una misura punitiva per quei pochissimi italiani che, osservando tutte le prescrizioni sanitarie richieste, si recano nei pochi Paesi esteri aperti. Si evidenzia infatti che, a differenza di quanto si vuole far credere, si tratta di numeri molto contenuti”.
Per Astoi si tratta “di una misura altrettanto punitiva per i turisti europei che, analogamente in questi mesi, se pur in minima parte, sono venuti a visitare il nostro Paese ed avrebbero potuto farlo anche nelle prossime settimane. Il risultato è un clamoroso autogoal anche per l’incoming. Questo cambio di fronte repentino e insensato, volto solo a rispondere “alla pancia di chi grida allo scandalo”, produrrà ulteriori danni economici per i tour operator e le agenzie di viaggio. Cambiare le regole del gioco a partita iniziata non è minimamente accettabile”.
FTO: LE POLEMICHE NON SERVONO
La guerra fra poveri torna nelle parole di Luca Patanè, presidente Confturismo e vicepresidente Fto (Federazione turismo organizzato): “Non serve fare la lotta tra hotel, agenzie di viaggio e tour operator. Siamo tutti nella stessa barca, che sta affondando. È passato più di un anno e passeranno ancora mesi prima che si riveda la luce. E non sono quei quattro soldi di ristori che ci possono salvare. Bisogna fare dei corridoi veri, che funzionino”.
AGENZIE DI VIAGGIO: POSIZIONE DEL GOVERBNO DA RIVEDERE
Sul fronte AIAV ci si chiede se a decisione del Ministro sia stata presa per accontentare le pressioni esercitate sul Governo da Federalberghi. “Certo è – si scrive in una nota – che l’ordinanza ha il merito di scontentare tutti, perché, oltre a non migliorare la condizione degli albergatori italiani, colpisce con l’obbligo di quarantena anche i consumatori, dopo che hanno acquistato il viaggio o che addirittura sono partiti.
“Ritengo assolutamente condivisibile il disagio e il senso di smarrimento vissuti in queste ore da tutti i lavoratori del settore turistico italiano, che si sono sentiti vittime di iniquità e ingiustizie. – aggiunGe il presidente Fulvio Avataneo – Le decisioni instabili e provvisorie del Governo stanno confondendo e disorientando i consumatori finali, aggravando ulteriormente la precarietà in un settore già pesantemente colpito dalla crisi pandemica. Auspico per il futuro un deciso scatto in avanti da parte del Ministero del Turismo, in modo da coordinare tutte le attività in favore delle imprese del nostro settore. E’ giusto e doveroso il rispetto delle norme in materia di Covid-19, però è un preciso dovere delle Istituzioni sostenere e supportare tutte le forme di turismo e le migliaia di operatori che lottano ogni giorno per consentire ai viaggiatori di muoversi in sicurezza”.
Ad aggiungersi al coro di proteste si aggiunge anche la M.A.A.V.I con una dichiarazione del presidente Enrica Montanucci che afferma: “Come Agenti di Viaggio siamo assolutamente contrari a questa nuova restrizione. È una scelta errata in contrasto anche a quanto da ultimo dichiarato sia dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, sia dal Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, circa l’incentivo a tornare a viaggiare.
Questo provvedimento – continua la Montanucci – mette in difficoltà la nostra categoria che iniziava ad intravedere una luce in fondo al tunnel con un prodotto da vendere. Adesso coloro che avevano prenotato una vacanza o coloro che la stavano programmando, vengono nuovamente messi in difficoltà, obbligandoli ad avere 5 giorni di ferie supplementari al rientro. Chiediamo al Ministero della Salute di rivedere questa posizione che non aiuta né gli operatori del settore turistico, né l’economia italiana, né gli italiani che volevano finalmente tornare a viaggiare”.
Oltre alle associazioni di categoria, si alza anche la voce di qualche tour operator: “Mi pare ovvio che sia una decisione presa in risposta alle polemiche montate negli ultimi giorni sulla possibilità di viaggiare all’estero – dichiara Paolo De Nadai, co-founder di WeRoad tour operator per viaggi on the road dedicati ai Millennials. I Corridoi Turistici sono attivi da mesi e in vista della Pasqua ci stavamo preparando a una graduale ripresa. Questa ordinanza è l’ennesimo colpo basso, non è possibile cambiare le regole da un giorno all’altro. Nessuna impresa farà più investimenti in Italia e si bloccheranno i consumi, si sta creando una frattura tra Stato e Cittadini. Una catastrofe.”