Confindustria Alberghi: Pasqua cancellata aumenta il passivo del nostro turismo, aziende sempre più sole

Nell’imminenza delle festività pasquali, la Vice Presidente di Confindustria Alberghi Maria Carmela Colaiacovo lancia un nuovo allarme sullo stato di salute delle imprese di settore: “Ancora oltre 300 milioni di euro di perdite. La Pasqua cancellata aumenta il passivo del nostro turismo e le aziende sono sempre più sole. Dopo più di un anno di blocco, la situazione è insostenibile” denuncia l’imprenditrice che poi aggiunge: Le nostre aziende non hanno perso il 30%, ma l’80% e a volte anche di più. Il Governo deve varare subito misure adeguate. Il settore è arrischio e molti operatori stanno pensando di gettare la spugna. Non ce lo possiamo permettere, il Paese non si può permettere di perdere il settore alberghiero o peggio lasciarlo in mano gli speculatori o alla malavita”.

La richiesta della Colaiacovo  è quella di un sistema di aiuti adeguato alle perdite subite, copertura dei costi fissi come accade negli altri Paesi ed interventi mirati come l’eliminazione della Tari che i comuni continuano a chiedere nonostante rutto ad aziende ferme da oltre un anno. E poi decontribuzione, detassazione e subito un tavolo per programmare le riaperture.

“Non possiamo rimanere fermi mentre i Paesi nostri concorrenti già si muovono sui mercati. Dobbiamo poter dire ai nostri clienti cosa si potrà fare a maggio, a giugno luglio eccetera e dobbiamo poterlo dire ora, altrimenti le prenotazioni continueranno ad andare altrove.

Già oggi stiamo pagando la schizofrenia delle decisioni assunte nelle ultime ore che ha generato forte preoccupazione negando l’idea di un Paese fuori controllo dove decisioni anche così importanti vengono assunte in modo estemporaneo dettato dalla paura. Questo genera preoccupazione sui mercati che guardano alla nostra destinazione”.

Il riscontro di quanto denunciato dalla vicepresidente di Confindustria Alberghi è stato immediato: “Sono arrivate cancellazioni motivate da incertezza e preoccupazione, per prenotazioni già fissate per i prossimi mesi. Non è più sopportabile, se davvero il turismo in Italia non deve fallire serve, ora una politica che decida”.