CLIA, crocieristica ‘Made in Europe’ genera 55mld ogni anno, 15 in Italia

La crocieristica è una filiera “Made in Europe” che nel Continente genera ogni anno complessivamente 55,3 miliardi di euro e 400 mila posti di lavoro, di cui circa un quarto in Italia (14,7 miliardi e quasi 100mila posti di lavoro). È quanto emerge dal rapporto intitolato proprio “Made in Europe” diffuso oggi da CLIA, associazione internazionale delle compagnie, secondo cui nei prossimi 12 anni, con un investimento di 57 miliardi di euro, nei cantieri europei verranno costruite 72 delle 76 navi da crociera del mondo (il 97%), di cui 40 solo in Italia (il 52,6%).

Secondo lo studio, la crocieristica rappresenta l’80% del valore degli ordini di navi commerciali per i cantieri europei e coinvolge aziende europee in tutta la catena del valore, dai fornitori delle piastre d’acciaio per lo scafo alle attrezzature di bordo ad alta tecnologia, fino all’allestimento degli interni. Secondo il rapporto CLIA, per esempio, oltre l’80% delle forniture utilizzate dai cantieri Meyer Werft proviene da aziende europee; una nave costruita da Chantiers de l’Atlantique a Saint-Nazaire, in Francia, è composta quasi interamente da materiali europei (dalla Francia il 70%, dal resto d’Europa il 28%, mentre Fincantieri in Italia conta 10.000 dipendenti propri ma genera almeno altri 90.000 posti di lavoro). Inoltre, i rapporti tra imprese fornitrici e compagnie tendono a stabilizzarsi nel tempo. In Grecia, delle 110 aziende fornitrici della Panhellenic Ship Suppliers & Exporters Association, 90 forniscono navi da crociera da più di 20 anni.

“L’Europa è leader mondiale nella costruzione di navi complesse e innovative e la crocieristica è parte fondamentale di questo cluster industriale”, afferma Samuel Maubanc, Direttore Generale CLIA Europa. “Considerando che quasi tutte le navi da crociera del mondo sono costruite nei cantieri europei, il settore crocieristico è fondamentale affinché l’Europa possa rimanere competitiva e mantenere questa eccellenza industriale.  Il settore crocieristico è inoltre motore di innovazione – aggiunge Maubanc – che investe oggi in nuove tecnologie e nuove soluzioni energetiche sostenibili che si applicheranno in futuro a tutto il settore marittimo.”

L’impatto economico della crocieristica non si esaurisce con il varo di una nave ma prosegue per decenni, moltiplicando sul territorio il valore di costruzione della nave stessa. Secondo CLIA, in Europa si contano più di 350 porti (di cui 60 in Italia) e ogni volta che una nave attracca in uno di essi genera sviluppo delle comunità costiere e dei fornitori della zona, anche perché le compagnie si impegnano a utilizzare e diffondere i prodotti locali. I crocieristi sono fonte di spesa diretta, che in media è di 700 euro per passeggero nelle città portuali durante una crociera di sette giorni, che in Italia ammonta in totale a 1,4 miliardi di euro l’anno. Inoltre, più del 50% dei crocieristi torna a visitare le località negli anni successivi, mostrando l’efficacia delle crociere quale strumento di marketing turistico e territoriale. A ciò si deve sommare la spesa delle compagnie per gli approvvigionamenti (2,4 mld euro l’anno), nei cantieri navali (2,6 mld) e per gli stipendi (3 miliardi l’anno).

“L’Italia continua ad essere il Paese europeo più amato dai crocieristi e anche quello che in Europa più beneficia in termini economici. Oltre ad essere meta turistica ambita e sempre più frequentata, vede la presenza di tante eccellenze: da chi costruisce le navi ai porti e ai terminal, dalle migliaia di aziende fornitrici agli operatori turistici” dice il Francesco Galietti, Direttore CLIA Italia. “Questo consente al nostro Paese di mantenere e sviluppare know-how, competenze, attrattività per il settore, che nei prossimi anni dovrebbe continuare nel trend di crescita dimostrato in questi anni”.