“In Campania c’è un problema di legalità anche nel turismo”. La denuncia è di Cesare Foà, presidente regionale di AIDIT, l’associazione nazionale delle agenzie di viaggio che aderiscono a Federturismo-Confindustria che in Campania già conta 150 adv.
“Negli ultimi due anni le nostre aziende hanno subito l’impatto devastante del covid e la ripresa è lenta e faticosa. E viene complicata dalla presenza sul mercato di chi esercita la nostra professione in maniera abusiva, ossia senza i necessari requisiti tecnici e amministrativi” spiega Foà. Oltre ad un atto di concorrenza sleale nei confronti delle agenzie di viaggio regolari, gli abusivi rappresentano un rischio per la stessa utenza. “Oggi i requisiti per esercitare questo mestiere sono più stringenti a tutela del viaggiatore e per ottenerli bisogna essere in possesso di direttore tecnico, assicurazione di responsabilità civile, fondo di garanzia, tutte cose che non troverete in una agenzia abusiva, incapace di far fronte ad eventuali imprevisti”.
In Campania c’è un numero ancora troppo alto di agenzie di viaggio non in regola.
“La nostra associazione si è battuta fin dall’inizio perché le autorità esercitassero un’attenta attività di controllo sul possesso dei requisiti per esercitare l’attività, a partire dalle assicurazioni di responsabilità civile e della presenza reale di un direttore tecnico.
Ci è stato risposto che la polizia amministrativa ha pochi mezzi e pochi uomini ed è per questo che vogliamo far luce sul fenomeno dell’abusivismo attraverso le nostre denunce e le nostre segnalazioni.
Molti non hanno capito il senso delle nostre azioni, alle accuse che ci piovono addosso rispondo che questi veri e propri abusivi causano danni e sporcano l’immagine delle nostre attività e di certo non aiutano a favorire il ritorno del cliente in agenzia”.
Oltre al problema degli abusivi, il tema della legalità tocca anche i servizi turistici locali. Foà ed AIDIT Campania stanno dedicando molta attenzione e molte denunce al fenomeno del bagarinaggio sul Vesuvio, ossia di soggetti che comprano i biglietti per l’accesso al Cono per rivenderli a prezzo maggiorato.
“Nei due anni di pandemia abbiamo sollevato la questione sia con l’assessore regionale Corrado Matera sia con Felice Casucci che ne ha preso il posto. Niente è successo. Si tratta di un argomento che per noi è fondamentale e sul quale ci scontriamo con una diversa visione delle cose da parte dell’Ente Parco del Vesuvio.
Il Vesuvio deve tornare ad essere di tutti i turisti – conclude Foà – ed è per questo che troviamo che la soluzione migliore per acquistare l’ingresso sia quella di una piattaforma digitale per le prenotazioni che possa bypassare la biglietteria fisica e gli stessi bagarini”.