Non solo monumenti e città d’arte. Anche l’Italia all’aria aperta conquista i vacanzieri stranieri: nei nostri campeggi e villaggi, le presenze di turisti provenienti dall’estero sono cresciute del 14,9% in cinque anni, per un totale di circa 4,5 milioni in più.
Un boom che compensa il calo dei vacanzieri italiani e conferma l’attrattività internazionale del turismo ‘en plein air’ italiano; ma che non basta a mettere in sicurezza le imprese del settore. Che, tra incertezza normativa e una Tari fuori proporzione, continuano a soffrire.
A lanciare l’allarme sono gli imprenditori di Assocamping Confesercenti, la categoria del turismo all’aria aperta Confesercenti guidata dalla Presidente Monica Saielli, riconfermata all’unanimità dall’Assemblea elettiva riunita a Roma.
“Numeri che confermano l’importanza e l’alto potenziale di sviluppo di un settore che troppo spesso viene considerato poco e male dai legislatori. E che invece potrebbe essere una marcia in più per l’offerta turistica italiana”, commenta la Presidente di Assocamping Monica Saielli. “Eppure sono molti gli interventi necessari e urgenti, a partire da una revisione del meccanismo della Tari: il calcolo sulla superficie porta a risultati evidentemente fuori misura per campeggi e villaggi, mettendo in seria difficoltà i bilanci delle imprese. Ma serve anche più certezza normativa su soste e parcheggi, così come una revisione del Codice dei beni culturali e del Paesaggio. Questioni critiche per la categoria, per la cui risoluzione Assocamping profonde il massimo impegno”.
L’assemblea è stata anche l’occasione per fare il punto sullo stato di salute del settore, con un approfondimento curato dall’Ufficio Economico Confesercenti su base di dati Istat, Banca d’Italia e JFC. Dall’indagine emerge un mercato in crescita, con un giro d’affari di 1,6 miliardi di euro, 19mila occupati, oltre 2.600 imprese turistico ricettive e una capacità di 1,3 milioni di posti letto. Ma si registrano anche segnali di sofferenza: negli ultimi cinque anni, infatti, sono spariti circa 4mila posti letto, sulla scia delle chiusure e delle difficoltà delle imprese ricettive.
Nel 2017 – ultimo anno disponibile – gli arrivi di turisti nei campeggi e nei villaggi turistici hanno superato la barriera dei 10 milioni, a cui corrispondono circa 68 milioni di presenze e una permanenza media di 6,7 giorni. In cinque anni gli arrivi sono cresciuti di circa un milione (+12%), le presenze di oltre 3 milioni (+4,8%). Ma a trainare sono gli stranieri: a fronte dell’aumento del 14,9% di questi ultimi, tra il 2012 ed il 2017 le presenze di italiani nei campeggi e nei villaggi si sono invece ridotte del 4%, quasi 1 milione e 400mila in meno.
Tra gli stranieri, il maggior numero di arrivi proviene da Germania (30%), Francia (7,6%), Paesi Bassi (7,3%), Regno Unito (5%) e Austria (4,4%). Ma la crescita più importante riguarda i clienti provenienti dai Paesi Baltici, dalla Bulgaria, Turchia e Portogallo. Tutti questi paesi nell’arco di 5 anni hanno visto più che raddoppiare i loro arrivi in Italia. I turisti italiani che registrano il maggior numero di arrivi e presenze nel comparto extra-alberghiero sono invece i residenti in Lombardia (21,4%), Veneto (11,7%), Piemonte (9,3%), Emilia-Romagna e Lazio (entrambe rappresentano il 9% degli arrivi). Queste regioni insieme rappresentano oltre il 60% degli arrivi nelle strutture complementari.