Segnali incoraggianti per la ripresa del turismo internazionale in Italia nell’estate del 2021. L’analisi predittiva sviluppata da Isnart, l’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche di Unioncamere, indica che nei mesi di luglio e agosto la presenza di turisti stranieri in Italia segnerà un +32% circa rispetto agli stessi mesi dello scorso anno.
Tale segnale sembra confermare la buona percezione che a livello internazionale si ha dell’andamento della campagna vaccinale e della riduzione dei nuovi contagi in Italia, oltre che dell’introduzione del Green Pass europeo.
Negli stessi mesi è però prevista una flessione del turismo domestico. Le presenze degli italiani che passeranno le vacanze nel nostro Paese sono stimate in -12,5% rispetto allo scorso anno.
Una flessione riconducibile in parte alla ridotta disponibilità economica delle famiglie e in parte a scelte di vacanze all’estero verso paesi che hanno annunciato in anticipo programmi di apertura e cessazione dell’obbligo di indossare mascherine all’aperto. In tale contesto si sta facendo particolarmente sentire la concorrenza di destinazioni quali la Grecia e la Croazia.
Nell’estate dello scorso anno il turismo domestico è stato protagonista di un vero e proprio boom di presenze e nonostante i dati indichino una flessione per i mesi estivi, questa componente resterà dominante sull’intero 2021, con un’incidenza stimata superiore al 68%, contro il 50% del 2019.
Nel complesso, l’analisi mette in evidenza, sempre rispetto al 2020, un leggero aumento delle presenze totali a luglio (+3%) e un calo ad agosto (-21,7%).
Per l’intero 2021, le presenze nelle strutture ricettive italiane sono stimate di poco superiori a 204 milioni di notti, -4 milioni rispetto al 2020 (-2%).
Tale calo è imputabile ai mesi di gennaio e febbraio che nel 2021 hanno visto un blocco generalizzato delle attività turistiche a causa del secondo lockdown, mente nel 2020 sono stati solo parzialmente penalizzati dall’imminente pandemia.
Nel confronto con il 2019, anno precedente alla pandemia, il 2021 mostra un andamento complessivo delle presenze stimato in -53%. Le presenze di turisti stranieri sono stimate in -70,6% e quelle di italiani -35,4%.
La spesa turistica, sempre rispetto ai livelli del 2019, è stimata in calo del 57,5%, pari a una perdita di ricavi per il settore pari a circa 32 miliardi di euro, di cui 22 miliardi imputabili alla perdita di turisti stranieri.
“Vediamo segnali di ripresa e quelli relativi ai turisti internazionali sono decisamente incoraggianti, ma nel complesso non sono sufficienti per parlare di vera ripartenza – dichiara Roberto Di Vincenzo, Presidente di Isnart -. I consumi turistici sono da sempre fortemente condizionati dalla prevedibilità degli scenari economici e sociali e dall’incontro tra domanda e offerta. Sul fronte della domanda si cominciano a vedere i primi frutti dei dati sulla campagna vaccinale e sulla riduzione dei nuovi contagi. Occorre ora lavorare sul fronte dell’offerta, affinché possa farsi trovare pronta quando la domanda ripartirà pienamente. Quello dell’offerta turistica è un sistema complesso, fatto da trasporti, accoglienza alberghiera ed extra-alberghiera, attrattori culturali, grandi eventi, che è stato messo in ginocchio dalla pandemia e per il quale serviranno investimenti, innovazione e politiche di sviluppo.”