“Pur essendo vero che possono esserci difficoltà a riaprire i rifugi, soprattutto quelli di alta quota, deve essere chiaro che il Club alpino italiano si è attivato e sta lavorando per scongiurare questa ipotesi”, così Antonio Montani, vicepresidente del Cai e responsabile dei rifugi commenta l’articolo pubblicato il 18 aprile su La Repubblica: “L’estate in montagna senza rifugi”.
E precisa: “Faremo di tutto, sia intervenendo nelle sedi istituzionali per spiegare la differenza che c’è tra rifugio e albergo, sia mettendo a disposizione delle nostre Sezioni e dei rifugisti tutte la risorse disponibili per poter contribuire alla riapertura delle strutture”.
Le modalità della riapertura dei rifugi dipenderanno anche dalle future disposizioni normative sulla Fase 2 dell’attuale emergenza sanitaria. Il Cai farà quindi la propria parte sostenendo Sezioni e rifugi per affrontare questa difficile situazione e per arrivare alla riapertura il prima possibile.
“Perché – conclude Montani – come scrive correttamente il giornalista: “i rifugi hanno una lunga storia, le famiglie sono lì per passione”. Sono persone che hanno deciso di dedicare la loro vita a un progetto d’amore, quello per la montagna, e che il Club alpino italiano non lascerà mai sole”.