Le Commissioni I e II della Camera dei Deputati hanno approvato un emendamento all’articolo 5 del decreto-legge “sicurezza bis”, concernente la comunicazione delle generalità delle persone alloggiate, che i titolari delle strutture ricettive devono trasmettere alle Questure entro le ventiquattr’ore successive all’arrivo dei clienti, ai sensi dell’articolo 109 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza.
Il testo originario dell’articolo 5 riduceva sensibilmente i termini per tale comunicazione, stabilendo che – nei casi in cui il soggiorno ha una durata inferiore alle ventiquattro ore – essa dovesse avvenire “con immediatezza”.
La nuova formulazione prevede che la comunicazione possa avvenire entro sei ore, mediante collegamento diretto tra i computer degli alberghi e il cervellone del Viminale. La norma entrerà in vigore non appena il Ministero dell’Interno definirà gli standard tecnici necessari per effettuare tale collegamento.
Il Presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, nell’esprimere “soddisfazione per il contenuto dell’emendamento, che è stato presentato da oltre cinquanta parlamentari, della maggioranza e dell’opposizione, conferma la piena e consueta disponibilità degli albergatori a collaborare con le forze dell’ordine per contribuire alla tutela della sicurezza pubblica e ringrazia le Commissioni, i relatori ed il Governo, per aver tenuto conto dei suggerimenti formulati da Federalberghi nel corso delle audizioni parlamentari, adottando una soluzione, che consentirà di promuovere la sicurezza delle città senza arrecare disagi ai turisti e nel rispetto delle esigenze organizzative aziendali”.
“Sino ad oggi – spiega Bocca – gli alberghi hanno consegnato la chiave della camera agli ospiti subito dopo aver richiesto il documento di identità. La registrazione dei dati e la trasmissione dei dati alla Questura avvenivano in un momento successivo. Con il passaggio alla comunicazione immediata, i clienti avrebbero dovuto invece attendere la conclusione della procedura. Nelle ore di punta, si sarebbero potute creare lunghe code. E l’albergatore si sarebbe trovato di fronte a un dilemma, combattuto tra il desiderio di risparmiare l’attesa al cliente che arriva in albergo, magari dopo un lungo viaggio, e il rischio di incorrere in una sanzione penale, che può comportare sino a tre mesi di arresto. La soluzione che è stata adottata realizza il giusto equilibrio, utilizzando la tecnologia per accelerare la velocità della comunicazione e assegnando un termine ragionevole per l’esecuzione di quelle operazioni che richiedono necessariamente l’intervento umano”.