ZES Unica, Ciccarelli (Confindustria Alberghi): governo incrementi fondi o sarà flop

“Le imprese che hanno fatto richiesta di contributi nell’ambito della ZES Unica Sud potranno beneficiare di un importo di poco superiore al 10 per cento dei progetti in credito d’imposta, mentre l’attesa era di circa il 60 per cento. Ci troviamo davanti al rischio concreto che, a causa di una cattiva programmazione dei fondi e dell’attribuzione di un budget troppo limitato per una zona del Paese così ampia, quello che doveva essere uno strumento di rilancio del Sud, diventi un vero e proprio flop”. Lo afferma Nicola Ciccarelli, vicepresidente nazionale di Confindustria Alberghi e presidente del gruppo Swadeshi Hotels.

“Dal settore turistico e alberghiero partono un sos e una richiesta di sostegno alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e al ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, affinché ci si muova in tempi brevi per trovare una soluzione che possa soddisfare le esigenze delle aziende”, sottolinea Ciccarelli.

“È fondamentale rivedere la programmazione dei fondi e adeguare le risorse alle effettive necessità di rilancio delle imprese del Sud: parliamo di un territorio cruciale per il Paese, che ha bisogno di una spinta per far ripartire il proprio motore. La ZES Unica, misura nata proprio per stimolare gli investimenti, potrebbe essere l’occasione giusta: si tratta, infatti, di un’idea brillante dell’esecutivo, accolta con grande entusiasmo dalle imprese”.

Il vicepresidente di Confindustria Alberghi rimarca come “l’importo delle risorse destinate al bonus era stato parametrato sulla spesa effettiva per il credito di imposta per il Mezzogiorno, che era di 1 miliardo e 200 milioni. Le richieste per il bonus ZES Unica Sud hanno invece superato i 9 miliardi di euro, evidenziando da un lato una grave sottostima delle esigenze reali delle imprese, e dall’altro la grande voglia di fare impresa nel meridione con capitale privato: investimenti che, se realizzati – conclude Ciccarelli – rappresenterebbero un grande respiro per l’economia di aree fortemente depresse”.