“Breve, ma intenso”. È stato questo il giudizio che i protagonisti dell’XI edizione di VisiTuscia hanno dato del Workshop svoltosi sabato 19 ottobre presso la Biblioteca Storica del Palazzo dei Papi a Viterbo, puntando molto più sulla qualità che quantità.
20 Buyer e 50 Seller in rappresentanza di agenzie di viaggio, alberghi, ristoranti, campeggi, società di servizi, musei, reti d’imprese ed altro, tutti specializzati su due prodotti particolari: il “turismo slow”, che premia la qualità e l’esperienza, contrapposto al turismo di massa e mordi e fuggi, e il “turismo silver”, dedicato al turista ultrasessantenne che preferisce godersi la vacanza con una particolare attenzione alla qualità dei servizi e all’enogastronomia.
Ancora una volta dunque la filosofia di VisiTuscia che da qualche anno si conforma agli indirizzi di politica del turismo dettati dal MIBACT, è stata pienamente rispettata. Una filosofia che nell’ultimo quinquennio, dall’Anno dell’Expo, quando l’attenzione fu spostata sull’enogastronomia e successivamente sui Camini, sui Borghi e da ultimo sul Cibo, per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile favorendo esperienze di viaggio innovative, il turismo nella Tuscia è lievitato considerevolmente passando da 600 mila presenze di 10 anni fa a 1 milione e 200 mila di oggi.
“Investire sul turismo sostenibile – ha precisato l’ideatore e responsabile della manifestazione, Vincenzo Peparello – è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro Paese un luogo unico e che sembra essere stato dettato in particolare per la Tuscia. Dal mare ai laghi, dai monti e colline fino alla valle del Tevere, dall’archeologia ai luoghi più suggestivi, di valore storico-ambientale e religioso, tutto sembra essere stato ideato in funzione di questa piccola regione che si identifica in massima parte con la provincia di Viterbo ma che si estende a tutta l’Etruria Meridionale. Senza dire delle eccellenze enogastronomiche, della diffusione di imprese agrituristiche e del termalismo”.
La manifestazione gode del patrocinio degli enti locali (Comune, Provincia e Regione), della Camera di Commercio di Viterbo, di Unioncamere Lazio, nonché delle Associazioni di Categoria, ma è sulle sole proprie forze che si gestisce. “Se in tutti questi anni siamo riusciti a sopravvivere – ha detto ancora Peparello – è grazie all’intervento del privato, degli operatori e delle aziende che hanno potuto riscontrare, anno dopo anno, il valore dell’iniziativa e che a VisiTuscia il 30% dei contatti si trasforma nel coso dell’anno in contratti. Un successo dovuto alla serietà degli operatori (buyer e seller) che intervengono al workshop e alla qualità elevata dei nostri prodotti turistici”.
Presente alla manifestazione una nutrita presenza di operatori aderenti alla Fipac (Federazione Italiana Pensionati) aderente alla Confesercenti, autrice a maggio di un interessante rapporto sul “Silver Tourism” che vede il settore raggiungere nel 2030 in Europa i 140 milioni di turisti rispetto ai poco meno di 42 milioni di qualche anno fa. “Vista la particolarità del segmento – ha detto il Presidente Sergio Ferrari – al workshop quest’anno sono stati invitati operatori che commercializzano questo prodotto e altri che ben si inseriscono nella filosofia di ‘Visituscia un club di prodotto” quali città d’arte, cultura, ambiente, enogastronomia, sport e terme”.